Caro direttore, ho letto il suo editoriale «Uomini a terra» e quello di Marco Iasevoli «Per puro senso della civiltà» a commento alla vicenda Salvini-Open Arms. Mi interessa relativamente la questione politica, che purtroppo trovo squallida da qualsiasi parte si guardi.
Mi trovo a Tunisi per volontariato a servizio della Chiesa locale. Vorrei sottolineare il pensiero del nostro vescovo, monsignor Ilario Antoniazzi, che anche all’agenzia Sir ha lanciato un appello: «Giovani, non partite. Vogliate bene al vostro Paese». Vista da qui la vicenda dei migranti verso l’Italia è penosa, una sconfitta per la società tunisina e per gli altri Paesi di provenienza, un rischio incredibile per chi affronta questi viaggi. Scrivete con attenzione, questi viaggi non vanno incoraggiati... Per ovvie ragioni di sicurezza per la presenza della Chiesa chiedo di non indicare il mio nome. Grazie e cordiali saluti.
Lettera firmata
Gentile e cara amica, noi, come il Papa e come tutta la Chiesa italiana, non «incoraggiamo viaggi» pericolosi (questa, purtroppo, è la propaganda dei “cattivisti” e la semplificazione di chi crede che questioni complesse si possano risolvere a colpi di bacchetta magica e persino a - metaforici e no - colpi di cannone). Noi ci battiamo perché nessuno venga lasciato annegare in mare o torturare nei lager libici e perché ci siano “corridoi umanitari” per coloro che hanno diritto all’asilo in Europa e canali regolari e regolati di immigrazione verso il nostro continente anche dai Paesi poveri dell’Africa e dell’Asia e non soltanto da altre nazioni ricche. È una questione di civiltà e di visione cristiana della vita. Detto questo è giusto e naturale che il vescovo Ilario, padre nella Chiesa di Tunisi, chieda ai giovani tunisini di restare in patria; lo muove la stessa preoccupazione per la sua gente che spinge i vescovi italiani a preoccuparsi per la continua emorragia di giovani italiani che emigrano all’estero. Grazie a Dio i nostri giovani possono farlo per canali regolari... Auguri per il suo prezioso lavoro in terra tunisina.