Errori madornali da ogni punto di vista: urbanistico, sociologico, culturale, economico. Costruire interi quartieri di case popolari, senza infrastrutture, ammassarvi i poveri, lasciarli soli, incuranti delle condizioni di degrado in cui versano, è stato e rimane un errore madornale. Quando il gatto non c’è, i topi ballano, a qualsiasi laditudine, anche a Napoli. E il gatto in questi quartieri si fa avanti solo per reprimere, ma è del tutto assente per promuovere, aiutare, indirizzare, risolvere i problemi. In uno di questi quartieri del Napoletano, il 'Parco Verde' in Caivano, sono parroco. Tra questi palazzoni anonimi, tre anni or sono, si è consumata la tragedia della piccola Fortuna Loffredo, la bambina di sei anni violentata e uccisa. I mesi che seguirono furono di una sofferenza enorme. Una schiera di giornalisti, televisioni, politici, amministratori si catapultò tra noi.
Dopo le luci abbaglianti, quando la notizia iniziava a scemare, nessuno si è fatto più vedere. Al Garante per l’infanzia regionale, in un incontro con gli scolari, ai quali prometteva il suo interessamento, la sua personale presenza, il suo coinvolgimento, ebbi modo di domandare: «In che modo, dottore?». Non per polemizzare ma per chiedere lumi, per sapere a chi, concretamente, potessimo rivolgerci nel momento del bisogno. Al 'Parco Verde' in Caivano, la disoccupazione raggiunge vette da capogiro, in molte case non entra il becco di un quattrino. Al Comune, in dissesto e commissariato, è inutile andare a chiedere anche un bicchiere di latte per un neonato. In questi quartieri si sviluppa un modo di sopravvivere che in modo o in un altro rasenta l’illegalità.
Cose sotto gli occhi di tutti, ma che tutti fingono di non vedere. Perché è più comodo, non ci coinvolge, non ci interroga, non ci mette in crisi. Lo spaccio di droga avviene alla luce del giorno come in tante altre parti d’Italia. Le forze dell’ordine fanno il loro dovere, perquisiscono, indagano, sequestrano, arrestano. Succede molto spesso, anche se a farne le spese sono sempre i pesci più piccoli, le ultime ruote del carro. Parco Verde c’è, esiste, è sotto gli occhi di tutti; Scampia c’è, esiste, è sotto gli occhi di tutti. Salicelle, c’è, esiste, è sotto gli occhi di tutti. Che facciamo? Ne prendiamo atto o è meglio soprassedere? Al 'Parco Verde' resistono, però, decine e decine di famiglie povere ma perbene, dignitose, oneste.
Centinaia di bambini poveri ma felici, belli, nonostante tutte le difficoltà. Al Parco Verde le persone perbene sono dei veri eroi. Chi ha potuto, in questi anni, è scappato via. Ha lasciato la casa, che il Comune non si è più ripresa, ed è andato ad abitare altrove. Non tutti, naturalmente, hanno avuto questa possibilità; non tutti possono permettersi di traslocare verso zone dove l’affitto è alto. E restano. Pagando e facendo pagare ai figli il prezzo della loro decisione.
Ma soprattutto restano, queste persone meravigliose, come un baluardo, un faro nella notte buia. Dei nostri quartieri si scrive molto, a proposito e a sproposito. Certo, non credo che faccia notizia l’arresto di uno spacciatore e il relativo sequestro della 'roba'. Occorre mettere un po’ di pepe nella minestra per farla gustare meglio. Ed ecco che mi ritrovo a leggere sul primo giornale di Napoli, a firma di un giornalista che pure conosco e stimo, che il nostro quartiere sarebbe una «sorta di discarica umana». Una vera pugnalata al cuore. Oltre al danno la beffa. No, a nessuno è consentito servirsi di questo linguaggio. Al 'Parco Verde', la mattina di Ognissanti, è andato in fiamme l’appartamento di una signora, vedova con sette figli, l’ultimo di cinque anni appena. Dopo aver spento il fuoco, la famiglia si è ritrovata sola, senza un tetto, senza abiti, senza pane, senza soldi. Nessuno, se non la parrocchia, si è fatto carico del dramma di questa povera gente. Nel giro di pochi giorni abbiamo raccolto offerte, biancheria, coperte, mobili per questa famiglia sventurata. Una vera gara di solidarietà è scattata tra la gente semplice.
Il parroco ha chiesto ripetutamente alle autorità competenti di ripristinare la casa, promettendo che al resto provvederà la Chiesa con l’aiuto delle persone di buona volontà. Nei quartieri a rischio i problemi da affrontare sono enormi, ma se lo Stato in ogni sua compagine non scende sul serio accanto ai poveri, nessuno può illudersi di risolverli da soli. «Datemi una leva e vi solleverò il mondo» diceva Archimede. Datemi un aggancio, un aiuto, un lavoro, un’opportunità e vi libererò centinaia di ragazzi, di giovani, di famiglie dalle grinfie della malavita organizzata, fiorente 'industria' sempre in cerca di manodopera.