Eccoci al giorno di silenziosa riflessione. Forse
sabato 3 dicembre 2016

Più che il sabato del silenzio pre– elettorale, sarà il sabato del villaggio. Globale. Ventiquattr’ore ci separano dal voto referendario e mai come adesso all’opinione pubblica servirebbe una pausa di riflessione, una salutare presa di distanza dalla battaglia senza esclusione di colpi delle ultime settimane tra i sostenitori del Sì e quelli del No. Soltanto ieri, per ricordare i toni usati in chiusura di campagna elettorale, sono stati evocati brogli, compravendite di voti, risparmi da capogiro, balzi del Pil e chi più ne ha più ne metta, per giustificare le tesi dell’una e dell’altra parte.

Giunge dunque propizia la giornata odierna e d’altra parte, è la stessa legge n. 212, del 4 aprile 1956, a ricordare cosa è necessario (non) fare. All’articolo 9, infatti, si precisa che «nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda e inoltre nei giorni destinati alla votazione è vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali ». Il punto è che la “propaganda” o, per usare un’espressione più nobile, la comunicazione politica, oggi corre per altre vie e nutre fino all’ultimo secondo, addirittura fino all’ingresso nella cabina elettorale, la fame infinita dell’elettore.

Così, nonostante il silenzio, oggi continueranno i messaggi di mobilitazione dei popoli dei militanti sulla Rete, attivi sui social network e c’è da giurare che si ingrosserà ancor di più il fiume di bufale, bugie e mezze verità che scorre da qualche tempo sotto i nostri occhi. Tutto ciò è il frutto di processi informativi incontrollati, finalizzati a convincere last minute, con ogni mezzo, il cittadino esitante. Dobbiamo dunque arrenderci a questo frastuono elettorale e all’indistinto accavallarsi di voci di varia provenienza? No, pensiamo che sia possibile e doveroso confidare ancora una volta, se non nella lettera, almeno nello spirito della norma che chiede per oggi il “silenzio”.

Siamo chiamati a una scelta importante, da fare in coscienza, e speriamo che sia la stessa classe politica, oggi, a dare il buon esempio, astenendosi da commenti e strumentalizzazioni della vigilia. Più forte del “rumore di fondo”, alla fine sarà la responsabilità della gran parte del popolo italiano.

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