Miss italia, quando vince la ginestra
martedì 15 febbraio 2022

Per capire da dove arriva Zeudi Di Palma, appena eletta Miss Italia 2021, nel corso di una cerimonia avvenuta a Venezia, in streaming su piattaforma digitale, dunque con qualche mese di ritardo dovuto al Covid, dovremmo andare alla stazione della metropolitana di Piscinola, a Scampia, non distante dalla Gomorra televisiva, provando a immedesimarci in lei quando da ragazzina, abbandonata dal padre come tutta la sua famiglia, si svegliava all’alba per recarsi a scuola, al liceo scientifico Elio Vittorini, nel Rione Alto, l’istituto superiore in cui si è diplomata un paio di anni fa con la votazione massima: 100/100.

Il cielo da quelle parti è spesso strepitosamente azzurro, come il colore della squadra di calcio partenopea oggi ai vertici della serie A, ma le strutture sottostanti, lo sappiamo, sono un po’ fatiscenti, fra cancelli arrugginiti e cemento armato ancora da completare, lasciato in sospeso e quindi ricoperto di graffiti e scritte oscene, anche se alcuni spiriti sofisticati sostengono che proprio a causa di tale vertiginoso scarto tra le meraviglie naturali e lo squallore circostante Napoli risulta poi alla fine così bella. Se è vero, come ci spiegò Giacomo Leopardi nella 'Ginestra', che i fiori più affascinanti e resistenti sono quelli nati in mezzo alle rovine, nella lava aspra e tagliente del vulcano, in cui mai nessuno si sarebbe aspettato di vederli spuntare, allora tutti noi dovremmo idealmente brindare ogni qual volta scrutiniamo il successo di chi sbuca dal basso e, privo di appoggi e sostegni, riesce a salire sul podio.

La medesima riflessione, ci piace sognare, potrebbe aver sfiorato i giurati di Miss Italia che, seppur dopo un clamoroso e goffo errore nell’estrazione della busta coi nomi delle tre finaliste, hanno concesso a questa ragazza di vent’anni dagli occhi neri come il carbone l’agognata palma della vittoria.


La giovane, già Miss Napoli, iscritta al secondo anno di Sociologia all’università Federico II, presidente dell’associazione 'La Lampada di Scampia', fondata dalla madre Mariarosa per far emergere i talenti degli scugnizzi meno fortunati, smentisce l’immagine prevalente che i concorsi di bellezza si trascinano dietro, in stile 'fiera della vanità'.

Chi ha detto, del resto, che l’estetica debba essere scissa dall’etica? Soltanto una perniciosa cultura novecentesca, frutto bacato di alcune menti alterate, ha potuto farcelo pensare. Zeudi Di Palma, con la disinvoltura sbarazzina di molte sue coetanee, troppo spesso dimenticate dai grandi media nazionali, che sembrano interessati a illuminare piuttosto i lati inquieti e tenebrosi degli adolescenti contemporanei, dimostra il contrario: pur segnata dall’esistenza grama, ben conoscendo la deriva oscura in cui rischiano di cadere certi suoi compagni meno avveduti e più fragili, fra criminalità, tossicodipendenze e depressioni, ha tenuto la testa sempre alta, non ha mai tradito le attese della madre, alla quale subito ha voluto dedicare il trofeo, del fratello e della sorella più grandi, belli e bravi quanto lei. Ha studiato, faticato, lavorato, uscendo con eleganza e leggerezza dal cono d’ombra della periferia più chiacchierata d’Italia, per imboccare la strada maestra della celebrità, dopo aver superato sconforti e amarezze.

Adesso, nel momento in cui raccoglie l’alloro, è chiamata a sostenere il peso della gloria che potrebbe essere più faticoso del prevedibile, visto l’assedio al quale, da vincitrice, verrà sottoposta. Ma il suo sguardo al tempo stesso antico e fresco, cresciuto nei cortiletti chiusi all’ombra di un cielo mediterraneo, lascia presumere che saprà difendersi dalle lusinghe più smaccate senza dimenticare le ferite dei difficili trascorsi e le angustie di chi ancora oggi si arrabatta e resta ai margini, negli stessi antri da cui proviene lei. Lei ha stoffa, noi ci contiamo.

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