Caro direttore, grazie per il suo editoriale “Il rischio della torre” di venerdì 13 maggio. Confesso la mia forte perplessità di fronte alle affermazioni di Renzi: «Ho giurato sulla Costituzione non sul Vangelo». Forse il presidente del Consiglio non ricorda che un certo Giorgio La Pira, sindaco di Firenze, non appendeva la sua fede all’attaccapanni (come affermava Igino Giordani) quando entrava in Municipio, e neppure lo facevano i tre grandi fondatori della Comunità Europea, Adenauer, De Gasperi e Schuman... e mille altri servitori degli uomini nel sociale e nella politica. Ma il mio grazie, direttore, è per il suo modo di dire la Verità: chiarezza e carità, espresse nelle sue stupende parole di fine articolo: «I cattolici... se si vendicano (sarebbe stata la mia tentazione!) non sono buoni, ma se mettono da parte il Vangelo non servono a niente». Grazie e ogni augurio per il suo e vostro servizio.
don Tarcisio Piccolin un vecchio prete di 86 anni
Noi tutti, caro don Tarcisio, cerchiamo di essere all’altezza dei lettori di questo giornale. Delle loro opere, della loro fedeltà e della passione civile che mai lesinano. (mt) RENZI TRA VANGELO E COSTITUZIONE Caro direttore, il premier Renzi in risposta alle critiche avanzate anche dalla Chiesa sulla legge per i diritti civili afferma di avere «giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo», pur dichiarandosi credente. Lei ha già commentato la cosa. Io sottolineo che con tale nuova legge viene creata una “famiglia” – dotata di pari diritti ma minori doveri – parallela a quella prevista dalla Costituzione la quale afferma che essa è fondata sul matrimonio. Il premier ha giurato sulla Costituzione, ma mi sembra che l’abbia violata con questa nuova legge…
Luigi Rossi GOVERNO UN PO’ PREPOTENTE OPPOSIZIONE FRASTAGLIATA Caro direttore, ho letto con molto piacere il suo pensiero riguardo all’espressione («Ho giurato sulla Costituzione, non sul Vangelo») usata dal presidente del consiglio Matteo Renzi nella trasmissione Porta a Porta. Anche perché non ho mai condiviso il modo un po’ prepotente di questo Esecutivo, ma il problema è che c’è un’opposizione troppo frastagliata e con pochi obiettivi comuni.
Pietro Albergoni San Giovanni Bianco (Bg)
L’«ITALIA MALATA DI IGNORANZA» DESCRITTA DA PAGNONCELLI Caro direttore, su “Avvenire” del 10 maggio scorso ho letto con grande interesse l’eccellente articolo di Nando Pagnoncelli (un’anticipazione dal nuovo libro pubblicato con Edb) dal titolo: «Questa Italia malata di ignoranza ». Finalmente una lucida, circostanziata e realistica analisi di ciò che siamo. È certamente uno di migliori testi che ho letto quest’anno. Con la prospettiva di un’informazione sempre più autoreferenziale “grazie” ai social, temo ci sia poco spa- zio per un recupero, fatto di crescita culturale, consapevolezza e responsabilità civile. Nonostante questo, va da sé che la buona battaglia vada comunque condotta, nella scuola, nella famiglia e nei media. Ma sarà certamente dura.
Alberto Lazzarini Ferrara
MONZA: BASTA FORMULA 1 CORRANO LE AUTO ELETTRICHE Caro direttore, sia consentito a un “figlio della Mille Miglia” esprimere un giudizio sul Gran Premio di Formula 1 che si disputa ormai da anni all’Autodromo di Monza. Sono convinto che sia opportuno per ragioni economiche, strutturali del circuito, visibilità degli spettatori, sospendere lo svolgimento di tale competizione. I nuovi circuiti automobilistici infatti sono stati progettati per avere percorsi selettivi per piloti e macchine e grande visibilità per il pubblico. Il glorioso circuito di Monza non ha più queste caratteristiche. Usare soldi pubblici per sostenerlo nell’attuale situazione economico non mi sembrerebbe opportuno. Del resto, dobbiamo porci anche noi questo problema: la Germania, pur avendo anch’essa autodromi che hanno fatto la storia dell’automobilismo, ha rinunciato a un proprio gran premio. A mio parere Monza ha una grande opportunità. Sulla sua pista potrebbero essere messe alla prova, come un tempo nella storica Mille Miglia, varie tipologie di auto elettriche. Così come la “corsa più bella del mondo” è stata utile allo sviluppo dell’auto a benzina, il circuito di Monza potrebbe diventare un’opportunità per lo sviluppo dell’auto elettrica. Buon lavoro.
Francesco Zanatta Brescia
UNIONI CIVILI: GLI ONERI PER L’INPS Gentile direttore, in merito all’articolo dal titolo «Reversibilità, nodo coperture Boeri: costi alti ma sostenibili » pubblicato sul suo quotidiano il 13 maggio, si precisa che sono state pubblicate sul sito
www.inps.it, in data 12 maggio, le stime effettuate dal coordinamento statistico attuariale dell’Istituto riguardo all’onere derivante dall’estensione del diritto alla pensione ai superstiti alle unioni civili. Da queste stime si evince che i numeri pubblicati sono in linea con i costi previsti dal Mef, in quanto l’impatto tende ad essere più contenuto all’inizio e cresce negli anni fino a raggiungere a regime, nel 2050, un costo di circa 124 milioni. La spiegazione di questa crescita lenta è molto semplice: affinché si producano pensioni di reversibilità devono innanzitutto essere contratte le unioni civili e, soprattutto, deve verificarsi il decesso di uno dei due soggetti della coppia. Cordiali saluti
L’ufficio stampa Inps Prendiamo atto volentieri delle tabelle che l’Inps ha pubblicato sul proprio sito. Nell’edizione del 13 maggio ci siamo limitati a riportare le precise parole pronunciate dal presidente dell’Inps stesso. Che, lo ricordiamo, ha parlato di «qualche centinaio di milioni». Il presidente Boeri dev’essersi involontariamente confuso. Bene fa oggi l’ufficio stampa a precisare. Ricambiamo i cordiali saluti.