La speciale responsabilità che tutti dobbiamo ai bambini
giovedì 10 settembre 2020

Gentile direttore,

la ringrazio per dare spazio nelle pagine di 'Avvenire' a momenti di riflessione sulla tutela delle persone di età minore. Una tutela che seppur espressa in Convenzioni nei quadri normativi internazionali e nazionali, non appare argomento che scaldi il cuore di chi dovrebbe rappresentare e difendere i diritti e non solo gli interessi dei più vulnerabili. È cronaca di questi giorni l’uccisione violenta di un bimbo di 20 mesi, percosso a morte dal convivente della madre perché disturbato dal pianto del piccolo. È cronaca di questi giorni la vicenda di un bimbo di 4 anni, come ingoiato dal nulla: il piccolo Gioele. Mi piace pensare a lui come una cometa che si è accesa nel buio della notte obbligando tutti noi ad alzare lo sguardo. La notte dell’indifferenza, la notte della corresponsabilità, la notte dell’ingiustizia. Questa notte è stata illuminata da Gioele, dalla sua piccola vita che ha richiamato attorno a sé uomini e donne dello Stato, volontari, giornalisti uniti in questo sforzo di cercarlo tra le distese impervie dei boschi siciliani, senza calcolare la fatica, il pericolo, la stanchezza.

Dovrebbe essere questo l’atteggiamento quotidiano di adulti responsabili e consapevoli del valore di ogni bambino. Adulti capaci di scorgere in ogni bambino un mistero che ci fa cadere in ginocchio, consapevoli della sua insondabile grandezza. La strada è lunga da percorrere nello scoprire che ogni bambino è persona, la cifra di un’identità non solo biologica, di un mistero ineffabile che la scienza, giuridica medica o psicologica che sia, non può racchiudere nella povertà di terminologie tecniche e perciò riduttive. La vita non entra in questi piccoli contenitori. Come il mare non può essere raccolto in un secchiello.

In ogni bambino è scritto tutto il mistero di un’esistenza diventata carne dopo essere stata pensata e voluta da Dio che è Padre. Un’esistenza personale che è manifestazione di una chiamata unica e irripetibile di Dio, Padre alla vita, vita che dal concepimento in poi inizia a svelarsi come vita di relazione con l’Altro. Giovanni Battista sussultò nel grembo di sua madre quando avvertì accanto a sé la presenza del Dio tessuto come carne nel ventre di Maria.

Gioele ci sta indicando con forza la strada da percorrere: riconoscere a ogni bambino l’inalienabile diritto a un’esistenza personale al riparo dagli interessi di potere degli adulti in qualunque ruolo essi si trovino, a partire dai genitori che sono solo chiamati a custodire una vita che viene da lontano e non gli appartiene.

Credo che la comunità cristiana debba iniziare ad interrogarsi profondamente sulle sue responsabilità rispetto alle scelte della politica sulla tutela dei bambini. La comunità cristiana deve farsi sempre più consapevole che in ogni bambino il Cristo è presente e che qualunque azione verso un bambino è fatta a Lui. Su questo sarà il giudizio della Storia. Di ogni bambino solo, abbandonato, allevato (come un pollo) nelle baby factory, scandalizzato, sfruttato, violentemente ucciso, di ognuno di loro la comunità cristiana dovrà rispondere nell’ultimo giorno davanti al Trono dell’Altissimo. E dovrà rispondere, oggi e qui, davanti alla storia per non aver portato luce e illuminato il mistero dell’infanzia così da accoglierla, accompagnarla, difenderla e tutelarla come il suo tesoro più prezioso.

Direttore dell’Associazione Medicina Solidale

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