WikiChiesa «A te, che dalla grande comunità digitale mi chiedi benedizione e preghiera voglio dire: tu sarai il dono prezioso nella mia preghiera al Padre. E tu, non dimenticarti di pregare per me e per il mio essere servo del Vangelo della misericordia». Merita di essere ripreso in mano (si fa per dire, visto che siamo in ambiente digitale) il biglietto che papa Francesco ha postato su Twitter e su Instagram in coincidenza con la Giornata nazionale delle comunicazioni sociali ( tinyurl.com/hqgm3d2 ). La chiave è la forma: tecnicamente un chirografo, ovvero un testo scritto a mano. Quindi un’immagine: perché, nell’ambiente digitale, a mano ancora non si scrive, almeno correntemente. Come immagine ha girato: in Italia senza neanche bisogno di traduzioni (sul sito della Santa Sede ne ho contate 34: non credo ne mancassero molte). Ma questa immagine è diversa. Serve a dire meglio il contenuto, che è personale: si scrive, o almeno si scriveva, a mano alle persone più care, nelle occasioni più intime. Egli, come farebbe un fratello o un amico carissimo, ha scritto infatti a ciascuno che lo 'segue' su Instagram e su Twitter di aver udito la sua domanda di benedizione e preghiera, e che l’esaudirà. Ecco una comunicazione, per quanto possibile a un Papa, disintermediata e orizzontale: uno a uno, come tutto ciò che nella Rete (e pure nell’evangelizzazione!) funziona di più. Ci si fida del Papa, il quale si fida di noi e della nostra preghiera: e anche questo è qualcosa che nella Rete funziona (e pure nell’evangelizzazione). Infine c’è il termine 'comunità' riferito all’ambiente digitale. Non l’ha inventato Francesco, lo so; ma se lo usa lui, che è alla guida della comunità- Chiesa, la rilevanza religiosa di questa parola prende ai miei occhi il maggiore risalto. Richiamandomi – ancora una volta – alla responsabilità di abitare come un fratello, come un amico carissimo, anche questo mondo.
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