Fa notizia quel che succede nel liceo Antonio Rosmini di Trento: in una delle sue quinte ben 6 studenti su 23 non sono stati ammessi alla maturità. Quindi, sono stati bocciati come non-maturi prima dell’esame di maturità. È possibile che la vicenda abbia un seguito, perché ci sono organi superiori al consiglio di classe che “vogliono vederci chiaro”, ma intanto il fatto è avvenuto: una scuola ha bocciato suoi alunni senza aspettare il giudizio di una commissione statale. Cioè: i professori di quella classe hanno detto “noi conosciamo i nostri alunni meglio di come può conoscerli una commissione statale che viene da chissà dove, li incontra per la prima volta, gli fa alcune domande e ascolta le risposte”.
È un ragionamento fondato? Posso non incontrare il consenso di chi mi legge, ma rispondo: “Sì”. E dunque: il giudizio maturo-non maturo, emesso dal corpo insegnanti che ha avuto in classe per tutto l’anno quell’alunno, è attendibile quanto o addirittura più del giudizio di una commissione che l’ha davanti a sé un’oretta o anche meno? Anche qui rispondo: “Sì”. E allora facciamo l’ultimo passo: la maturità di un alunno stabilita dalla scuola e non da una commissione venuta da fuori sarebbe altrettanto seria e rispettabile? Per me, sì.
La scuola conosce bene i suoi studenti, è in grado di valutare chi vale e chi no, chi farà bene all’università e chi no, mentre l’esame è una tombola. Sia per il tempo dell’esame in sé, che è un contatto di pochi minuti, sia per la natura dell’esame: ci sono studenti fatti apposta per l’esame, nel botta-e-risposta sembrano eccellenti, mentre poi, nella ricerca continuativa, sono confusionari. All’esame oggi si tende ad esser generosi con i voti. Venendo dal liceo ed entrando all’università, ricordo lo stupore mio e dei miei compagni nel ricevere “trenta” sul libretto: se il professore avesse segnato “diciotto”, per noi andava benissimo. Naturalmente, se in un libretto son già segnati tre esami e sono tre trenta, è impossibile per il quarto esame segnare “diciotto”.
E così per l’ammissione all’università: se in tutte le maturità d’Italia vengono ammessi tutti, certo che i 6 studenti di Trento non ammessi fanno impressione. Ma dal punto di vista del merito, dovrebbe essere l’ammissione totalitaria della classe a suscitare dubbi e sorprese. Il consiglio di classe che vede i suoi alunni andare sotto il giudizio di una commissione esterna lo sente come un giudizio su di sé, e se può lo boicotta. I professori sono imparziali e onesti quando giudicano i propri alunni. Diventano parziali e li difendono quando li vedono giudicati da funzionari esterni. Qui a Trento 6 alunni bocciati in una classe sono tanti, ma probabilmente quella non sarà una classe di supermeritevoli.