A ntico incipit: «Pietà, Signor dei miseri che ignoran…!». Torna in mente, ma non si tratta di “Evangel”, bensì di onestà morale e anche professionale. Ieri sui giornali le parole di Francesco sul «diaconato femminile». Eccezioni. “Il Manifesto” ignora il fatto: è libertà, ma molto singolare per quel nome e la sua storia. Invece per “Il Fatto” (p. 17) si tratta del «primo (sic!
Ndr) gesto del Papa verso le donne». Da quelle parti qualcuno pur vantando conoscenze del mondo cattolico, è in letargo professionale da almeno tre anni. Auguri per il risveglio! Il peggio, però, è da schizofrenia redazionale, connubio di malafede e falsità ignorante. Ecco infatti su “Libero” il grande strillo di apertura in prima: «La rivoluzione di Francesco. Arrivano le donne-prete»! Con spiegazione immediata: «Potranno dir messa»! Segue “lancio” con sguaiato e triste titolo per un collega ormai in fuga dalla realtà, e non solo della Chiesa: «Un’altra picconata di Bergoglio contro i sacramenti ». Pietà! Il bello, però, è che lì sotto gli arriva una doccia gelata: «Ma no. Il pontefice ha voluto solo abbracciare le Suore»! E ancora, sempre lì, sempre più direttamente in contraddizione: «Svolta in Vaticano: No alle donne prete… Potranno celebrare nozze e Battesimi, ma niente Eucarestia né confessioni». Insomma: “arrivano” e “non arrivano”, le donneprete. Che dire? Di nuovo: pietà! Per il mestiere di cronisti umiliato e per la schizofrenia galoppante in certe serie di titoli. Veniamo alla sostanza: donne e Chiesa, più sulla strada di Gesù di Nazaret che su quella di uomini, pur santi poi, che con le donne nella storia hanno avuto problemi e ferite personali, in seguito magari cicatrizzate da conversioni e anche “Confessioni”. Gesù e la Samaritana, e l’adultera, e “quella donna” che gli bagna i piedi con lacrime di conversione…
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