Da piazza a piazza il maestro di Vigevano
mercoledì 7 giugno 2017

"Piazza Ducale a Vigevano" mi ha risposto Vittorio Magnago Lampugnani. "Tra le splendide piazze che ci ha appena illustrato, in quale vorrebbe vivere?" gli avevo chiesto. Eravamo all'aperitivo in suo onore, con Rettora e Presidente del Politecnico di Zurigo, docenti, studenti e invitati, appena dopo la sua lezione di commiato nell'aula magna, piena fino all’ultimo posto. La lista dei suoi libri fa a gara per lunghezza con la lista dei premi ricevuti, e con quella delle città dove ha studiato o insegnato.

L’architetto e storico dell'urbanismo è stato fino a quest’anno uno dei più amati e prestigiosi docenti del Politecnico. Ora rifletteva e esitava a rispondermi, sorridendo gentile, nella sua "leggendaria ma ingannevole modestia", come era stato detto nella laudatio. "Einfach so, aus dem Bauch" (così, spontaneamente "dalla pancia") gli ho chiesto allora. "Piazza Ducale a Vigevano" ha risposto, senza più esitare.

E ho subito pensato a come rimasi in meraviglia più che in qualunque altra piazza, quando mi affacciai su Piazza Ducale, sconosciuta a molti. E mi son ricordato di quando alla televisione italiana, in bianco e nero, senza le réclame, c'erano ancora le pause tra i programmi, ed erano riempite da lunghe sequenze delle più belle piazze italiane, accompagnate da un suono soave di clavicembalo.

Ora in quella piazza, in quella Agorà della cultura comune che è oggi la televisione, invece delle più belle immagini delle piazze italiane, rimbombano le più brutte immagini e i più stupidi slogan che propagandano detergenti per il gabinetto, automobili, carta igienica, telefonini, lotterie, biscotti per cani, biscotti per bambini. Sì, proprio per quei bambini, che passano più tempo davanti alla televisione che non a scuola. Crescendo ora nella piazza televisiva, invece che in quella del paese, impareranno forse tanto sulla architettura dei mulini bianchi. Ma forse niente su quella delle più belle piazze italiane.

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