La lotta alla corruzione, al malaffare nella pubblica amministrazione, che provoca anche inefficienze, sprechi e ritardi in opere e servizi per i cittadini dovrebbe essere vita quotidiana, normalità, soprattutto nelle amministrazioni locali e regionali. Ma è così? Che sia un’emergenza lo ha nuovamente confermato ieri il governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco affermando come «nell’attuale contesto italiano» il problema della corruzione «è ancora più rilevante e urgente». Eppure, come denuncia l’Anac in un proprio documento, ben il 32% dei comuni non ha ancora predisposto il Piano triennale anticorruzione. E questo mentre le 'mazzette' continuano a girare, dal Nord al Sud, come confermano le due operazioni di ieri ad Alessandria e nel Trapanese. Ma, ha avvertito sempre ieri il presidente dell’Autorità, Raffaele Cantone, «la corruzione non è solo malaffare, ma uno dei più gravi problemi del Paese, che blocca l’economia». Un problema che, lo ripetiamo, non si riesce ad affrontare con gli ordinari strumenti, con l’ordinaria amministrazione. Proprio la giornata di ieri ne è stata l’ulteriore conferma con la firma tra Renzi e Cantone dell’accordo per la bonifica di Bagnoli. Una vicenda in cui l’intreccio tra inefficienze e malamministrazione ha bloccato i lavori di risanamento e prodotto sprechi o peggio. Ora si importa a Napoli lo strumento dell’Expo, affidandosi alle efficienti mani anticorruzione di Cantone. A Milano gli uomini dell’ex pm anticamorra hanno bloccato il giro di tangenti, stroncato le mire dei mafiosi e finito in tempo i lavori. Sarà così anche a Napoli? Per ora c’è un’unica certezza: servono strumenti straordinari, serve che lo Stato centrale riprenda in mano situazioni stagnanti e maleodoranti. «Se enti locali non fanno tocca a noi», ha detto ieri il premier dopo la firma con Cantone, siglata non a caso a Roma. Così a Bagnoli, come per l’Expo. Ma probabilmente presto anche per il sistema di depurazione. Per accelerare i lavori in grande ritardo anche per 'sporchi' affari corruttivi, il governo ha commissariato alcune opere affidandone il completamento al presidenti delle regioni con poteri straordinari. Ma non è bastato. Così il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha fatto sapere di essere pronto ad utilizzare i poteri sostitutivi previsti dalla legge. Cioè commissariare i commissari. Ancora una volta strumenti d’emergenza per governare fatti di vita ordinaria: fogne e depuratori non sono certo una calamità naturale. La pessima figura che continuano a fare non pochi Comuni e Regioni, soprattutto in campo ambientale o delle opere pubbliche, porta il governo a riprendersi competenze decentrate o delegate. Va bene così? Le amministrazioni che usciranno dalla prossima tornata elettorale dovranno rifletterci e mettere in campo veri e efficienti strumenti di buon governo. Non farlo sarebbe il migliore regalo a corrotti e corruttori.