Sconsigliato alle persone sensibili. L’avviso arriva dagli stessi organizzatori di
Real bodies, problematica mostra di veri corpi umani «plastinati» e di veri organi, che si apre domani, sabato 1 ottobre, a Milano. Duemila metri quadrati di sede espositiva per cadaveri in parte scarnificati e sezionati per mettere in mostra tessuti, vasi sanguigni, muscoli e apparato locomotore. Fosse dedicata agli studenti di anatomia potrebbe anche essere un’idea accettabile. Anche se chi vuole approfondire lo studio del corpo umano non ha bisogno di 'plastinare' (una volta si sarebbe detto imbalsamare) cadaveri in pose grottesche. I quaranta corpi in esposizione sono infatti 'modellati' come fossero campioni dello sport. Ci sono schermidori, cestisti, ginnasti. Ma anche donne incinte con il ventre squarciato per evidenziare il feto sottostante e una coppia impegnata in un esplicito coito.Ma sempre con gli arti sezionati, il cranio aperto, il torace scavato da varchi che dovrebbero illustrare ciò che sta sotto la pelle. La bellezza del corpo umano si stempera così in un effetto a metà strada tra un paradossale macello e la tradizionale iconografia di san Bartolomeo. Ma qui martirio e mistero rimangono lontani anni luce. Chi guarda non può reprimere il disagio che nasce dalla consapevolezza insopprimibile legata all’origine di quei corpi. Non sappiamo da dove giungano e per quale malaugurata sorte siano finiti in una simile passerella. Ma, pur senza invocare il reato di vilipendio di cadavere, c’è in questa iniziativa una totale assenza di pietà. Un gusto malsano e inaccettabile di trasformare quei corpi in fenomeni da baraccone, ignorando la pietà umana, spettacolarizzando la morte, dimenticando che ai resti di quella che fu una persona vanno sempre e comunque assicurati dignità e rispetto. E il peggio che si vedrà non si era ancora visto. La novità dell’edizione milanese la cui pubblicità compare da giorni su cartelloni e mezzi pubblici è la presenza di un corpo di ermafrodita in cui – si spiega – «sono visibili gli organi sessuali maschili e femminili». Si tratta di un pezzo «unico al mondo» che arriva dal dipartimento di anatomia – appunto – di una università americana. Perché è stato portato in Italia questo povero cadavere? «Per sottolineare – recita il comunicato stampa – anche visivamente la confusione di genere che si manifesta in tutti i soggetti con tutte le problematiche connesse al ruolo sessuale e alla sua indefinitezza… tematiche così attuali e molto dibattute…». Aiuto! Lezioni di gender abborracciate davanti al cadavere di una persona affetta da disgenia gonadica (questo il termine scientifico per l’ermafroditismo). Difficile capire se la giustificazione ideologica, stiracchiata in modo confuso e impreciso, serva per attirare maggiori flussi voyeuristici, oppure se si tratta di un obiettivo esplicito per ribadire la pretesa – con un esempio reale di anomalia patologica della differenziazione sessuale – di un genere indefinito che può variare secondo il gusto e gli umori del momento. Il distillato delle 'gender theory'. Cioè un’inaccettabile deformazione della realtà. Preoccupante allora che la mostra, accampando esili ragioni scientifiche, pretenda di rivolgersi agli studenti di tutte le scuole, bambini compresi. Due giorni la settimana riservati solo a loro. I genitori sono avvisati.