C inque maggio: “Ei fu”? No: Ella fu! Ieri (p. 1 e 15) sul nuovo “Dubbio” - Auguri! - Fulvio Abbate annuncia: «Roma? Voi che dite. Roma non esiste più». Personalissimo sfogo: «Una città che non si è evoluta, non è diventata una metropoli ». Sì, «custodisce il Colosseo », vi «risiede il papa», è «capitale d’Italia, un unicum monumentale », ma oggi è morta! E perché? Risposte senza dubbi: perché chi viene a Roma non può più «incontrare Mastroianni e Gassman in via Ludovisi», non trova più «le cravatte in vendita a via del Tritone », non incontra più politici come «il ciclopico Tremelloni, per non dire di Andreotti» e infine perché in vista delle Comunali i candidati sono tutti «interscambiabili… figure insignificanti». E per «gli stranieri Roma è soprattutto un cimitero monumentale»! Arriva, per fortuna, un soprassalto di coscienza: «Mi scuso se sono stato costretto a peccare di semplificazioni ». E già! Roma è anche, almeno anche altro: vivo e visibilissimo. Mentre sul “Dubbio” senza dubbio leggo le (anche grossolane) “semplificazioni”, vedo in Tv e dalla finestra la gente, tantissima, che va a San Pietro per l’udienza di papa Francesco e trovo che – sì! – Roma esiste ancora e ha molte facce, non tutte uguali, per fortuna, ma tutte dicono che attira ancora, e nessun dubbio può negare l’evidenza. L’evidenza? In pagina ieri ne trovo una del tutto diversa. La “Cirinnà” torna in aula e tocca leggere (“Messaggero”, p. 5) che la resistenza a essa sarebbe «spalleggiata dai vescovi». Beh! Ieri (“Unità”, p. 4) Cirinnà in persona contro chi vuole «intorpidire (sic!) le acque», candida: «Sì. L’approdo finale deve essere il matrimonio egualitario che quindi fa decadere la questione dell’adozione». Evidenza! Volendo per tutti “il matrimonio” unico si può protestare se qualcuno, e tra tanti anche “i vescovi”, non è del parere?
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