giovedì 31 maggio 2012
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​Caro direttore,
non appena si è diffusa la notizia degli arresti nel mondo del  calcio, il pensiero di noi tifosi è andato alla formazione della Nazionale, in vista degli Europei. Solo dopo, abbiamo cominciato a dipanare la matassa sempre più aggrovigliata del "Calcioscommesse" e di tutta la corruzione che gira intorno allo sport nazionale per eccellenza, dei milioni di euro in gioco, di tutte le partite truccate... Ben venga, quindi , l’idea-choc del presidente del Consiglio Monti di sospendere i campionati di calcio per due o tre anni; "provocazione" che ha scatenato lo sdegno degli "addetti ai lavori". Ma per quanto tempo ancora il tifoso italico medio dovrebbe farsi prendere in giro da personaggi che dominano il mondo del pallone e che non sanno neanche dove stiano di casa l’etica, la lealtà, il sacrificio e gli altri valori che dovrebbero costituire parte integrante della disciplina sportiva? Io penso che a questo punto, con un decreto, una legge speciale o non so cosa altro, tutti i soldi che girano intorno al calcio dovrebbero essere dirottati in aiuto alle popolazioni terremotate. Credo che dirlo non sia demagogia , ma semplicemente auspicare che le cose sia riportate nel loro ordine naturale. Bisogna cominciare a ristabilire l’ordine delle priorità. Viva l’Italia, e non soltanto quella della Nazionale di calcio.
Antonio Di Furia, Prato
 
Caro direttore,
da un po’ di tempo mi sento dire che per restare in Europa e mantenere l’euro come moneta dobbiamo fare quello, dobbiamo rinunciare a questo, ecc. solo perché un misterioso "Burattinaio", che chiamano appunto "Europa", dice che così dev’essere.
Praticamente ci troviamo in uno Stato che per lo più fa leggi imposte da altri. Oggi apprendiamo che il premier riguardo lo scandalo delle scommesse, che ormai ciclicamente tocca il mondo del calcio, auspica che venga fermato il campionato di calcio «per due o tre anni». Certo, le notizie che dilagano sui giornali non lasciano ben sperare, e il sottoscritto ha chiuso con il calcio già qualche scandalo fa. Ma se passa nel popolo l’idea che essendo il calcio corrotto la soluzione è congelarlo e/o sospenderlo per due o tre anni, cosa impedirebbe d’allargare tale concetto alla politica? Pensate, oggi che tutti "odiano" i politici – per mille ragioni – quanto godremmo vedendoli spediti tutti a casa per due o tre anni ! Ma in quel tempo chi ci governerà? Il "Burattinaio" che potrà schiavizzarci senza nessun ostacolo democratico? La democrazia è una realtà a volte dura con cui convivere, ma senza si tornerebbe alla dittatura, con un gruppo di persone che dominano su tutte le altre, vessandole, derubandole, schiavizzandole… Quindi, non chiudiamo nessun campionato di calcio come soluzione al problema, comunque di pochi. Tutt’al più, fate come ho fatto io, seguite un altro sport.
 
Giuseppe Carlo Goldoni, Milano
Che il calcio muova passioni potenti e contrapposte non è una novità. Le lettere dei due amici lettori lo confermano (e io stesso ne sono testimone). Potrei fermarmi qui, ma non mi nascondo dietro un dito, e dico anche di aver trovato coraggiosa e stimolante la “provocazione” del premier Monti. So che un temporaneo e curativo stop per overdose di sporco azzardo e di affarismo dei campionati di calcio nazionali è una prospettiva che appare irrealizzabile, ma credo che oggi abbia senso porsi il problema per dare seriamente una scossa a un “ambiente” nel quale si fanno conti d’ogni tipo, ma mai quelli con le proprie enormi magagne e con le autentiche truffe consumate a danno degli sportivi autentici e dei loro tifosi. Ma vorrei concentrarmi brevemente soprattutto su due altri punti toccati dalle lettere: l’autoritario travaso di soldi ipotizzato dal signor Di Furia dal calcio al fondo pro-terremotati e il travaso di bile (lo dico sorridendo e appena forzando le sue parole) che il signor Goldoni prova al cospetto del “dirigismo” della Ue. Due travasi possibili da immaginare, ma egualmente sbagliati e perciò da evitare. Nessun brutale esproprio è, infatti, mai accettabile e non esiste alcuna contingenza che lo giustifichi: tagliare un albero da frutto perché attaccato dai parassiti per scaldare chi ha freddo non è un gesto assennato, curare bene l’albero e usare con generosità i suoi frutti sì. Il calcio va assolutamente risanato, e se serve uno cura-choc, choc sia: “lo spettacolo che continua” ha retroscena inguardabili e che rendono inguardabile (perché non più credibile) quello che avviene su troppi campi. E di quote più normali nei bilanci e nei guadagni del pallone c’è bisogno tanto quanto di generosità solidale verso terremotati d’Emilia e verso i terremotati di ogni giorno, quelli “che non si vedono”... Sull’altro piano: lasciar crescere l’idea (e rassegnarsi a essa) che l’Europa unita possa solo essere una sorta di arcigna e persino anti-democratica matrigna è pericoloso e terribilmente autolesionista, battersi perché sia la ben governata e regolata patria comune dei popoli europei che tre grandi statisti cristiani Adenauer, Schuman e De Gasperi hanno progettato quasi all’unisono con il laico Spinelli e che politici lungimiranti (Kohl, Mitterrand, Schmidt, Andreotti…) hanno fatto crescere è invece più che mai necessario. Registro con speranza che Mario Monti continua a lavorare in questa direzione. E mi sembra bello e giusto che i cattolici promotori del “Forum del lavoro” (lo chiamo così per brevità) e della cosiddetta “Todi 2” pongano, nel Manifesto che hanno appena presentato, la questione europea tra le priorità di un’azione pubblica degna di questo nome. Come si vede, la palla porta lontano e fa pensare. Anche quando c’è il trucco e rotola sghemba.
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