Caro direttore, ho potuto apprezzare molto le parole del Santo Padre e le riflessioni proposte dalle colonne del suo giornale in merito all’importanza di garantire un’accoglienza dignitosa ai migranti che lasciano i loro Paesi in cerca di protezione e condizioni di vita migliori in Europa e in particolare nel nostro Paese. Condivido totalmente le preoccupazioni della Chiesa, specialmente quando si parla di immigrazione e di capacità delle singole città di promuovere l’integrazione all’interno delle comunità locali, coniugando l’imperativo solidaristico con la prudenza pragmatica delle scelte logistiche effettivamente adottabili. Sono temi che mi sono trovato ad affrontare nel corso del mio mandato da assessore impegnato non solo nella programmazione e salvaguardia dei conti della Capitale, ma anche nella sfida di preservare la continuità dell’azione di molte associazioni e organizzazioni di volontariato, cattoliche e laiche, che si occupano da decenni di mediazione, integrazione e sostegno verso migranti e i più deboli della società. Mi riferisco in particolare alle sedi del patrimonio indisponibile che l’amministrazione capitolina mette a disposizione per queste realtà, che in forma sussidiaria si occupano delle fragilità e danno una risposta completamente gratuita al disagio che vivono molti nostri concittadini italiani e del mondo.
Una sfida quella di evitarne lo sgombero che troverà una sua concreta realizzazione attraverso l’approvazione di una norma transitoria da parte dell’Assemblea Capitolina inserita nel nuovo regolamento sulle concessioni. La proposta che ho veicolato prevede infatti la concessione di tali immobili anche a titolo gratuito per tutte quelle realtà che senza risorse e solo con l’impegno umano e personale restituiscono dignità e speranza a tanti fratelli e sorelle, che per poter dare hanno innanzitutto bisogno di ricevere l’aiuto e la solidarietà di tutti.
La schiavitù in Egitto del popolo di Israele, come ricorda il Santo Padre, è una condizione che si ripete anche oggi in molte città d’Italia, in particolare a Roma dove migliaia di famiglie si trovano senza un tetto, senza un luogo sicuro in cui crescere i propri figli e le proprie speranze. Per questo motivo nei mesi scorsi ho lavorato assiduamente con amministratori, associazioni ed esperti per definire il Piano strategico volto al superamento dell’emergenza abitativa nella città approvato a fine luglio. Si tratta di un progetto ambizioso che parte dal Piano sulle fragilità, iniziativa in capo all’assessora Laura Baldassarre, e arriva fino ad azioni per la riqualificazione del tessuto urbano della Capitale, con interventi di autorecupero su immobili parzialmente realizzati, ovvero la riconversione di edifici e aree in disuso. Ho potuto verificare sul campo che realtà importanti come la Caritas, la Comunità di Sant’Egidio e numerose Associazioni di proprietari e inquilini, comprese anche alcune di natura imprenditoriale, hanno fortemente apprezzato questo progetto.
Pertanto il mio invito alla sindaca Raggi e alla Giunta è quello di portare avanti senza indugio il Piano approvato. Ritengo che un’efficace azione di indirizzo non potrà che non trovare risposta all’interno degli uffici e delle controparti istituzionali, che in tanti modi hanno dimostrato in queste settimane di voler collaborare effettivamente a rendere la nostra Capitale accogliente e solidale, un obiettivo che potrà essere raggiunto nell’ambito delle effettive disponibilità e nel rispetto della dignità di tutti i cittadini e concittadini romani.
* Già assessore al Bilancio e Patrimonio di Roma Capitale Movimento 5 stelle di Roma