A Roma l’ennesima (e pericolosa) emergenza
martedì 24 ottobre 2017

Con le foglie autunnali, a Roma, cadono anche gli alberi. Ieri altri due: uno ha interrotto un tratto della linea ferroviaria Roma-Lido e la già tormentata (e pericolosa) Via del Mare; l’altro, nel quartiere Prati, ha schiacciato un taxi con tre persone a bordo, il conducente che è finito all’ospedale e due clienti rimaste illese. La foto dell’automobile sotto l’enorme tronco mette i brividi e induce a ringraziare il Cielo per la tragedia evitata. O forse, senza voler fare gli uccelli del malaugurio, soltanto rinviata. Già, perché quella degli alberi che si abbattono al suolo alla prima folata di vento o dopo un acquazzone si è ormai andata ad aggiungere stabilmente alla lunga lista delle emergenze di una Capitale sempre più depressa.

E purtroppo, in verità, non è nemmeno un fenomeno stagionale. Soltanto in Prati si registra in media un crollo al mese. Tra fine giugno e inizio agosto, in un altro quartiere storico come Monteverde, è stato il turno di due platani alti una ventina di metri: anche in quel caso solo (ingenti) danni materiali e fortunatamente nessuna vittima. Ma, tra centro e periferie, la casistica è estesa, allarmante.

È sufficiente pensare che in città ci sono 330mila alberi, di cui 82mila di altezza superiore ai 20 metri. È evidente, vista la frequenza delle cadute, che molte di queste piante sono secche o malate a causa di mancanza di cure. Il Servizio Giardini, fino a una ventina di anni fa un fiore all’occhiello del Campidoglio per efficienza e professionalità, è ormai scomparso alla vista dei cittadini: può contare su 150 dipendenti per 44 milioni di metri quadri di verde pubblico. Le assunzioni sono state bloccate per 10 anni, l’estate scorsa l’amministrazione capitolina ha annunciato il reclutamento d’urgenza di 30 nuovi giardinieri entro la fine del 2017, con l’obiettivo di arrivare a 300 in un futuro non definito. Il punto è che, oltre ai giardinieri, mancano le attrezzature e i ricambi. Il punto, ancora, è una città perennemente in bolletta, malgrado l’addizionale comunale Irpef tra le più alte d’Italia.

Pesano i troppi sprechi e i tagli ai trasferimenti dallo Stato centrale. Ma i romani non sanno che farsene dell’ennesima polemica all’insegna dello scaricabarile tra la giunta attuale e il penultimo o il terzultimo sindaco. Vorrebbero invece circolare senza dover schivare, insieme alle buche nelle strade, anche gli alberi. Dice l’assessore all’Ambiente Pinuccia Montanari che servono 110 milioni di euro «per gestire bene il verde di Roma». È il caso di trovarli subito, prima che qualche famiglia si trovi a dover pagare un prezzo assai più alto.

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