Proteste contro la pena di morte
Otto esecuzioni in dieci giorni. Lo stato dell'Arkansas, negli Stati Uniti, si prepara a un'ondata di condanne a morte senza precedenti nella recente storia americana. Una “mattanza” dovuta da una corsa contro il tempo: i veleni necessari per l'iniezione letale scadranno a maggio. A finire sotto le mani del boia tra il 17 e il 27 aprile saranno otto uomini: quattro afroamericani e quattro bianchi. Pescati tra i 34 detenuti che attualmente si trovano nel braccio della morte nello Stato del Sud. Stato in cui le esecuzioni erano state sospese dal 2005 a causa di una serie di ricorsi legali, oltre che per la difficoltà di reperire i farmaci letali. Farmaci la cui esportazione in Usa è stata vietata dagli Stati europei, contrari alla pena capitale. Le associazioni per la difesa sei diritti civili sono sul piede di guerra e sperano ancora di cambiare il corso degli eventi. «Ognuno di questi detenuti ha dei diritti - afferma l'American Civil Liberties Union - e ogni esecuzione è un processo che va pianificato e gestito nei dettagli, caso per caso. E questo, sulla base di una programmazione così stringente, è impossibile».