lunedì 25 marzo 2024
Missili e droni da Kiev a Leopoli. Un ordigno russo vola sulla Polonia. Il presule di Kharkiv-Zaporizhzhia, la diocesi da cui passa il fronte: gli attacchi non fermeranno le celebrazioni
L'escalation russa nella Settimana Santa. Il vescovo: la Pasqua nei rifugi
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«Neppure i bombardamenti fermeranno le celebrazioni della Settimana Santa». Ha il piglio energico il vescovo di Kharkiv-Zaporizhzhia, Pavlo Honcharuk. E non potrebbe essere altrimenti se si guida una diocesi da cui passa l’intera linea del fronte: mille chilometri che dividono l’Ucraina libera da quella occupata e anche i territori della sua Chiesa, in una parte dei quali il presule non può mettere piede: sono quelli in mano all’esercito di Mosca. Kharkiv, la seconda città del Paese in cui Pavlo Honcharuk vive, è tornata nel mirino. E i giorni che precedono la solennità della Resurrezione non fanno eccezioni. Come dimostra l’escalation di raid che si è registrata negli ultimi giorni su tutta la nazione. «Abbiamo il rifugio vicino alla Cattedrale. Se ci sarà qualche attacco, le liturgie del Triduo e della Pasqua si sposteranno lì sotto. Vogliamo ridurre al minimo i rischi per i nostri fedeli che sceglieranno di venire». E di sfidare la furia russa che si abbatte sulla metropoli.

La Messa della Domenica delle Palme nella Cattedrale di Kharkiv con il vescovo Pavlo Honcharuk

La Messa della Domenica delle Palme nella Cattedrale di Kharkiv con il vescovo Pavlo Honcharuk - Gambassi

«È la nostra terza Pasqua di guerra, ma la quarta in condizioni complesse se si considera il periodo del Covid», ricorda il vescovo. Per i cattolici di rito romano, ma anche per le comunità protestanti presenti nel Paese, viene celebrata questa domenica 31 marzo; per i cristiani di rito orientale, dai greco-cattolici ucraini agli ortodossi, la festa sarà domenica 5 maggio. La Settimana Santa è iniziata in tutta l’Ucraina sotto le bombe. A dimostrazione di un'escalation russa in corso da tempo. Domenica sono state attaccate Kiev e Leopoli, mentre un missile russo ha sorvolato i cieli della Polonia per 39 secondi. Oggi sono Odessa e Mykolaiv a essere sotto tiro. Ma da poco si registrano nuove potenti esplosioni a Kiev mentre è in corso un allarme aereo nella capitale. Una colonna di fumo è stata vista nel cielo sulla sponda orientale della Capitale. Negli ultimi sette giorni Mosca ha lanciato 190 missili e 140 droni ed è tornata a colpire le infrastrutture energetiche nell’intero Paese.

La Messa della Domenica delle Palme nella Cattedrale di Kharkiv

La Messa della Domenica delle Palme nella Cattedrale di Kharkiv - Gambassi

«I nostri preti sono pronti a celebrare in qualsiasi modo – fa sapere il vescovo di Kharkiv-Zaporizhzhia –. Siamo coscienti della situazione molto difficile ma Cristo risorge anche e soprattutto per un popolo che è schiacciato dal male, dal dolore, dall’ingiustizia». Domenica non erano in molti alla Messa delle Palme a Kharkiv. Troppi i timori dopo gli ultimi attacchi nella metropoli: il bombardamento su una tipografia all’interno di un palazzo dove ci sono stati cinque morti; e i 18 missili arrivati sulla città che hanno distrutto tutte le centrali elettriche e stanno lasciando al buio un milione e 300mila persone. Al posto di palme e ulivi, i rami di salice che stanno fiorendo: come vuole la tradizione. Nessuna processione, ma solo la benedizione all’interno dell’unica navata. Ad accendere le luci della Cattedrale un generatore che è tornato in funzione. La celebrazione è stata interrotta dagli allarmi anti-aerei che sono suonati durante il Credo. Nell’omelia il vescovo ha condannato la cultura di morte.

Il vescovo di Kharkiv-Zaporizhzhia, Pavlo Honcharuk, durante la Messa delle Palme

Il vescovo di Kharkiv-Zaporizhzhia, Pavlo Honcharuk, durante la Messa delle Palme - Gambassi

«Quando penso all’Ucraina oggi, la vedo davanti a Pilato – sostiene monsignor Honcharuk –. Veniamo condannati a morte da chi grida contro di noi false accuse. Ma sappiamo che il Signore non ci abbandona, è in mezzo alla gente. E la speranza viene proprio da Dio». Speranza, aggiunge il vescovo, che «è invito a fare il bene, a servire il prossimo sotto le bombe, a lottare contro il male. Semplicemente a vivere. Ed è la forza che si fa andare avanti anche quando le tenebre ti avvolgono e non sembrano esserci spiragli».


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