giovedì 24 ottobre 2024
Gli aiuti dell'Ordine di Malta. Centomila ucraini hanno perso gli arti. L'allarme per le mine. Tre milioni di ragazzi toccati dalla guerra: supporti psicologici contro i traumi dei piccoli
Yevhen Koretskyi, ex prigioniero di guerra e mutilato, aiutato dall'Ordine di Malta

Yevhen Koretskyi, ex prigioniero di guerra e mutilato, aiutato dall'Ordine di Malta - Gambassi

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Le sue gambe sono in acciaio e plastica. Così come i piedi. «Ma ho ripreso anche a camminare. Me lo hanno insegnato nel centro di riabilitazione dove ho imparato a usare le protesi», racconta Yevhen Koretskyi. Parla da una carrozzina. Ed è un ex prigioniero di guerra. Catturato fra «le mura di casa», come lui stesso rivela, nei territori dell’Ucraina orientale che la Russia aveva occupato nei primi mesi di guerra prima di essere liberati nell’autunno 2022. «Sono stato percosso ovunque, anche con tubi di plastica». Poi preso a «calci e pugni». E nella stanza delle torture dove è stato rinchiuso «sono stato ferito alle gambe». Quando è stato rilasciato, «le ginocchia erano nere e mi muovevo a stento. Le gambe erano in cancrena». E all’ospedale di Kharkiv i medici sono stati costretti ad amputarle. La sua testimonianza entra fra dolore e speranza nella conferenza sulla crisi umanitaria in Ucraina organizzata a Roma dall’Ordine di Malta a Villa Magistrale.

Yevhen è in uno dei 100mila ucraini mutilati che hanno perso gli arti nei due anni e mezzo di invasione russa. Una stima per difetto, spiega il dottor Yehor Iordek del Feofania hospital di Kiev, che interviene all’incontro organizzato con l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede e l’Ordine di Malta, Andrii Yurash. È il medico a lanciare l’allarme mine. «A causa della guerra che si combatte fin dal 2014 siamo il Paese più contaminato al mondo», afferma. Se l’ex prigioniero di guerra può stare in piedi, lo deve al millenario ordine religioso laicale che ha già fatto impiantare 244 protesi nella clinica di riabilitazione aperta a Leopoli. Ma sono almeno 35mila le persone che necessitano di una gamba o di un braccio artificiale, viene spiegato nella tavola rotonda.

La conferenza sulla crisi umanitaria in Ucraina organizzata a Roma dall’Ordine di Malta a Villa Magistrale

La conferenza sulla crisi umanitaria in Ucraina organizzata a Roma dall’Ordine di Malta a Villa Magistrale - Gambassi

Altra emergenza è quella dei bambini. «I dati ufficiali – avverte Pavlo Titko del Malteser Relief Service – sono drammatici: 3 milioni i ragazzi direttamente colpiti dalla guerra; 15.551 i feriti minorenni e 633 quelli che hanno perso la vita». Così l’assistenza psicologica diventa una delle priorità per l’Ordine. Già 45mila i ragazzi in tutto il Paese che sono stati sostenuti con progetti di supporto. Come dice Natalia, psico-terapeuta a Kharkiv: «È indispensabile quando un piccolo vive sotto le bombe oppure ha perso un parente, un amico o la casa. Di fatto la guerra ha rubato l’infanzia». Non è un caso che sei bus con la croce a otto punte stiano portando nell’Ucraina occidentale attività e specialisti per aiutare le nuove generazioni ad affrontare traumi e disagi.

La conferenza sulla crisi umanitaria in Ucraina organizzata a Roma dall’Ordine di Malta a Villa Magistrale

La conferenza sulla crisi umanitaria in Ucraina organizzata a Roma dall’Ordine di Malta a Villa Magistrale - Gambassi

Dall’inizio dell'invasione, l'Ordine di Malta è in prima linea sul fronte umanitario e ha soccorso quattro milioni di persone. Distribuite più di 10mila tonnellate di aiuti in oltre 70 località. Un’«azione apolitica, nel segno della nostra tradizionale neutralità», ricorda il Gran Cancelliere, Riccardo Paternò di Montecupo. Eppure, sottolinea l’ambasciatore dell’Ordine a Kiev, Antonio Gazzanti Pugliese di Cotrone, «si registra un declino di aiuti umanitari. E il Paese chiede di non essere abbandonato». Parla di «assistenza tempestiva» il premier ucraino, Denys Shmyha, in un videomessaggio per l’incontro, dove definisce l’impegno dell’Ordine «il più grande contributo dalla seconda guerra mondiale». Quindi il grazie anche per i «passi diplomatici» dell’Ordine che vede nel sostegno umanitario una via di pace.

Le mostre degli artisti ucraine ospitate nella storica sede del Gran Priorato di Roma dei Cavalieri di Malta, sul colle dell’Aventino, a Roma

Le mostre degli artisti ucraine ospitate nella storica sede del Gran Priorato di Roma dei Cavalieri di Malta, sul colle dell’Aventino, a Roma - Gambassi


«Sette hub dell’Ordine di Malta sono stati chiusi a causa degli attacchi della Russia che non consente attività umanitarie», denuncia l’ambasciatore ucraino Yurash che descrive la resistenza di Kiev come una «lotta per continuare a esistere». Nella storica sede del Gran Priorato di Roma dei Cavalieri di Malta, sul colle dell’Aventino, ha voluto che venissero allestite le mostre di due artisti ucraini, Mykola Stupinky di Leopoli e Dmytro Moldovanov di Mykolaiv, città nel mirino di Putin da cui il creativo ha scelto di non andarsene e dove continua a realizzare le sue opere sotto le bombe.

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