Ansa
È durato tre ore il faccia a faccia, a Mosca, tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente russo Vladimir Putin. I due erano seduti all'ormai famoso tavolo bianco lungo quasi 6 metri utilizzato anche per il colloquio con il presidente francese Emmanuel Macron, adottato per ragioni Covid ma divenuto il simbolo della distanza tra Russia e Occidente sulla crisi ucraina. Anche Scholz, come Macron, ha infatti rifiutato il tampone (l'ha fatto in ambasciata, non dai medici russi).
Dopo l'incontro, Scholz in conferenza stampa ha detto che le vie della diplomazia "non sono assolutamente esaurite". "Abbiamo discusso della situazione in Ucraina e delle garanzie di sicurezza chieste dalla Russia". Al tempo stesso, ha detto, "ho ribadito che percepiamo il movimento delle truppe russe ai confini come una minaccia".
A sua volta Putin ha affermato che "la Germania è un partner chiave della Russia". "Abbiamo parlato in modo approfondito di questioni di interesse bilaterale" ha detto, aggiungendo di aver avuto con il cancelliere "un dialogo molto utile e significativo".
Rispondendo a una domanda sulla richiesta della Duma (il Parlamento russo) di riconoscere le due Repubbliche separatiste filo-russe di Lugansk e Donetsk, in Ucraina, Putin ha detto: "La nostra opinione è che quello che sta accadendo in Donbass è un genocidio".
La disponibilità del leader del Cremlino a dialogare sulla sicurezza regionale, espressa ricevendo Scholz, non ha però chiarito quale sarà l'esito del braccio di ferro sull'ingresso di Kiev nella Nato. Per Mosca non dovrà accadere mai, ma gli occidentali non possono accettarlo, almeno formalmente e per iscritto, come vorrebbe il Cremlino.
In serata il presidente Usa, Joe Biden, ha dato voce ai dubbi degli alleati ma anche alla loro cauta disponibilità: "Gli Usa sono preparati, a prescindere da quello che accade. Un attacco all'Ucraina resta sempre possibile". Gli Stati Uniti, ha aggiunto, "non hanno ancora verificato in questa fase" l'effettivo ritiro dei russi dal confine ucraino. Ma ha aggiunto: "Siamo desiderosi di negoziare accordi scritti con la Russia", di proporre "nuove misure sul controllo degli armamenti e sulla trasparenza". Alla diplomazia deve essere data "ogni possibilità di avere successo". "Non vogliamo destabilizzare la Russia", ha assicurato, tendendo la mano a Putin.
Mosca: cominciato il ritiro delle truppe dal confine con l'Ucraina
Martedì mattina Mosca ha annunciato l'inizio del ritiro di truppe schierate ai confini con l'Ucraina, che avrebbero "completato" le manovre nell'area. Il ritiro "era pianificato", ha detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, e "non dipende dall'isteria occidentale". Le notizie diffuse dall'Occidente su una invasione russa dell'Ucraina sono "terrorismo mediatico", ha aggiunto.
"La data del 15 febbraio del 2022 entrerà nella Storia come il giorno del fallimento della propaganda di guerra da parte dell'Occidente. Svergognati e annientati senza sparare un colpo" ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Il ministero della Difesa ha anche pubblicato il video dei blindati che tornano alle basi di provenienza una volta finite le esercitazioni. Nel video si vede la marcia fuoristrada dei carri armati, e anche blindati, veicoli di fanteria e sistemi di artiglieria caricati su un treno.
Immediata la reazione del capo della diplomazia ucraina, Dmytro Kuleba: "L'Ucraina e i paesi occidentali hanno impedito l''escalation' russa".
Ma la Cnn mostra truppe ammassate al confine
La Cnn riferisce però che, contrariamente a quanto annunciato da Mosca, l'ammassamento di truppe e dispositivi militari russi al confine con l'Ucraina sta proseguendo. L'emittente ha geolocalizzato alcuni video che circolano sui social media e che documentano tali spostamenti. Alcuni dei video provengono da fonti ufficiali e sono stati analizzati da osservatori e confrontati con immagini satellitari.
In particolare, la Cnn fa riferimento a movimenti nei pressi di Belgorod, nella Russia occidentale, a poca distanza dal confine e dalla città ucraina di Kharkiv. Un altro filmato, postato sui social media domenica, mostra carri armati in movimento nei pressi del villaggio di Sereteno, a circa 24 chilometri dal confine ucraino. Anche la zona attorno a Voronezh appare teatro di movimenti militari, con carri armati e reparti di fanteria.
Sull'effettivo ritiro è scettico anche Christo Grozev, direttore del sito di giornalismo investigativo Bellingcat, specializzato nel fact-checking: "«Nell'ambito di una task force di monitoraggio congiunta dei movimenti delle truppe russe insieme a CITeam e The Insider, finora non vediamo prove di un ritiro delle truppe Russia dal confine con l'Ucraina" scrive su Twitter. "Questo potrebbe cambiare nelle prossime ore o nei prossimi giorni, ma per il momento i dati aggregati dei nostri colleghi di CITeam mostrano che vari convogli che si stavano muovendo verso il confine con l'Ucraina si stanno ancora muovendo nella stessa direzione", aggiunge Grozev, sottolineando che "nella dichiarazione ufficiale della Difesa russa si parla del rimpatrio delle truppe dalle esercitazioni bielorusse", mentre il testo "non dice nulla sulle truppe nelle regioni di Kursk, Belgorod e Bryansk", al confine ucraino.
Di Maio a Kiev
"Ridurre le tensioni" e "preservare pace e stabilità" è l'obiettivo dichiarato della missione a Kiev di Di Maio. L'Italia - ha detto il titolare della Farnesina - ha un ruolo centrale negli equilibri internazionali, continuiamo a dare il massimo con la nostra diplomazia".