Sale la tensione al confine ucraino, alimentata dalla propaganda incrociata delle varie parti. Oleg Postnikov, vicedirettore del Dipartimento per la non proliferazione e il controllo degli armamenti del ministero degli Esteri russo, è stato molto franco: «Non possiamo escludere la possibilità di azioni provocatorie da parte di ‘attori autonomi’ in Ucraina».
Mosca potrebbe costruire un falso pretesto per attaccare?
La storia insegna che molti conflitti sono scoppiati grazie a un casus belli creato ad arte. Mosca potrebbe inscenare un attacco sferrato da paramilitari con false divise ucraine, girare un video che mostri cadaveri sul terreno e usarlo come prova giustificatrice di un avvio delle ostilità su vasta scala. Resta da vedere se Mosca voglia un casus belli oppure no.
In caso di offensiva russa, come inizierebbe la guerra?
L’attacco partirebbe con un’offensiva multidimensionale, cibernetica, elettronica e cinetica, con bombardamenti su tutta la profondità del territorio ucraino. Quale sarebbe l’obiettivo di questa prima fase? L’attacco iniziale punterebbe a disarticolare la catena di comando ucraina. Imploderebbero i centri nodali dell’esercito di Kiev, mancherebbero gli ordini per le truppe in prima linea e sarebbero distrutti gli assi viari ucraini, per intralciare l’afflusso di rinforzi al fronte.
Le truppe russe al confine sono sufficienti per un’operazione di invasione totale dell’Ucraina?
Occorre fare una premessa. La grossa concentrazione di forze russe, ammassate a nord, est e sud dell’Ucraina va contro ogni logica prodromica ad una guerra. L’insieme è estremamente vulnerabile ai colpi dell’aviazione e dell’artiglieria nemica. Sarebbe stato più usuale disperdere le forze, per ridurre i rischi e gli obiettivi potenziali. I 140 mila uomini al confine sono inoltre insufficienti ad un’operazione militare di invasione totale dell’Ucraina. Basterebbero solo per annettere i territori ad est del fiume Dniepr, dove è forte la presenza di popolazioni russofone e la resistenza sarebbe debole. Mosca ha poi problemi logistici. Non può sostenere un’offensiva prolungata che vada oltre i 100-150 chilometri di distanza. Non ha abbastanza camion e mancherebbero presto viveri e munizioni alle unità più lontane.
Si tratterebbe allora di un conflitto rapido?
Un’operazione limitata all’est ucraino potrebbe concludersi nel giro di poche settimane. Un’invasione totale durerebbe anni, comporterebbe enormi perdite e costerebbe a Mosca centinaia di miliardi di dollari. Sarebbe del tutto insostenibile.
Quale reazione potrebbero mettere in campo le forze ucraine?
A est, sarebbero semplicemente travolte. A ovest del Dniepr la musica cambierebbe. Gli ucraini hanno affinato la guerra di guerriglia, addestrati dal 2015 dagli occidentali. Hanno riserve di armi anticarro e un’industria militare integra. L’Ucraina non è isolata come la Georgia o la Cecenia. Confina con paesi occidentali più antirussi di molti ucraini dell’ovest. Riceverebbe aiuti militari costanti e i suoi reparti potrebbero facilmente addestrarsi oltreconfine all’uso dei nuovi armamenti.
Quale sarebbe lo status finale dell'Ucraina in seguito ad un’invasione?
L’ipotesi più probabile è che il Paese venga diviso in due, lungo il fiume Dniepr, con un est allineato, se non annesso, alla Russia e un ovest filo-occidentale.
Quali sarebbero i costi umani ed economici di una guerra?
Le stime ipotizzano 25mila caduti fra i soldati ucraini e 50mila decessi fra i civili. I danni economici sarebbero incalcolabili: la perdita della Crimea e di parte del Donbass è già costata a Kiev più di 100 miliardi di dollari. Meglio tornare a negoziare.