sabato 15 gennaio 2011
Dopo la fuga del presidente Ben Ali in Arabia Saudita, il presidente del Parlamento Foued Mebazaa ha assunto l'incarico di presidente temporaneo della Repubblica tunisina e ha chiesto al primo ministro di formare un governo di unità nazionale. Prigione in fiamme a Monastir, si contano oltre 50 vittime. Intanto l'Unione europea ha lanciato un appello a tutte le parti perché prevalga il dialogo. Tornano gli italiani, nessuna vittima ma danni alle aziende.
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All'indomani degli scontri e della fuga dalla Tunisia del presidente Ben Ali, che si è rifugiato in Arabia Saudita, i poteri presidenziali sono passati dal primo ministro al presidente del Parlamento, Foued Mebazaa, mentre il centro di Tunisi è sotto un cappa di "calma tesa". Già alla sua periferia però in scontri avvenuta sabato mattina una persona sarebbe rimasta uccisa e a Monastir, sulla costa, un carcere è in fiamme; il bilancio è particolarmente pesante: le vittime sono almeno 57. Arrestato il genero di Ben Ali, Mohamed Sakhr El Materi, deputato e uomo d'affari: a riferirlo è la tv tunisina 'Nesmà.El-Materi è a capo di una holding economica in Tunisia che comprende anche banche e giornali. Nei giorni scorsi si rincorrevano le voci di una sua fuga in Canada con la famiglia, smentita da lui stesso con un video diffuso su Facebook. Nella capitale ci sono mezzi militari ovunque, blindati con mitragliatrici che segnano una presenza dell'esercito fino a ieri quantomeno non così visibile. Visibili sono anche i segni degli scontri di sabato, in centro come in periferia: sulla centrale avenue Borguiba rimangono le tracce con decine di scarpe abbandonate lungo le strade laterali dei dimostranti messi in fuga dalle forze dell'ordine. Mentre alle porte della città un centro commerciale preso d'assalto ieri è stato saccheggiato. In periferia oggi ancora scontri che hanno provocato anche un morto, riferisce al Jazira.Intanto si delineano i contorni della situazione istituzionale: sabato il presidente del Parlamento tunisino ha assunto temporaneamente i poteri presidenziali ed è stato annunciato che nuove elezioni presidenziali si "dovranno tenere entro i prossimi 60 giorni". Venerdì, invece, la carica di presidente ad interim era stata affidata, con un decreto firmato da Ben Ali, al primo ministro Mohammed Ghannouchi, con la motivazione che esisteva una "temporanea impossibilità" del presidente a svolgere il proprio mandato. Appena insediatosi come presidente tunisino ad interim, Fouad Mebazaa ha formalmente incaricato il premier Mohamed Ghannouchi di dare vita a un esecutivo di coalizione. "Ho chiesto al primo ministro di formare un nuovo governo di unità nazionale", ha annunciato lo stesso  Mebazaa dopo la cerimonia del giuramento. Un accordo in tal senso era già stato raggiunto da Ghannouchi nel corso delle consultazioni avute dalla matinata con le forze di opposizione; la composizione della compagine governativa sarà decisa domenica, nel corso di ulteriori colloqui. Un governo unitario, ha sottolineato ancora il capo dello Stato ad interim, "è necessario nel più alto interesse del Paese". Mebazaa si è quindi impegnato a fare sì che "tutti i cittadini tunisini, senza alcuna eccezione nè esclusione, debbano essere coinvolti nel processo politico nazionale". In base alla Costituzione, nuove elezioni presidenziali dovranno tenersi in Tunisia non prima di 45 giorni ma non oltre sessanta da oggi.In tutto il Paese regna tuttavia l'incertezza, sebbene l'agenzia di stampa ufficiale tunisina abbia comunicato che lo spazio aereo è aperto e che gli aeroporti sono operativi, non si hanno notizie al momento di arrivi o partenze. A Monastir una prigione è in fiamme e ci sarebbero decine di morti, 57 accertati secondo al Jazira. Molti sarebbero i detenuti fuggiti approfittando dell'incendio.  Voci si rincorrono intanto sulla morte di cinque persone a Madhia, uno dei più noti centri balneari della costa centrale della Tunisia, che sarebbero state uccise dalle forze di sicurezza la scorsa notte per non aver rispettato le disposizioni entrate in vigore ieri con lo stato di emergenza. Non vi sono comunicazioni ufficiali. È invece certa la notizia relativa all' incendio di uno dei posti di polizia della città. Negli alberghi, secondo quanto riferisce un'imprenditrice nel settore del turismo, vi sono numerosi italiani e la situazione, per quanto li riguarda, è tranquilla.Intanto più di cento persone - tra artisti, operai, donne e bambini - del Circo Italiano Bellucci, da tre mesi in tournee in Tunisia, sono bloccati dagli scontri divampati a Sfax, località a 300 km da Tunisi. La Farnesina, tramite l'ambasciata d'Italia a Tunisi e l'Unità di crisi, sta seguendo il loro caso - come quello di tutti i connazionali presenti in Tunisia.L'UNIONE EUROPEAL'Unione europea ha lanciato un appello a tutte le parti tunisine perché prevalga la volontà di dialogo allo scopo di dare alla crisi in corso una soluzione democratica duratura, per la quale si impegna a dare il sostegno necessario. In una dichiarazione congiunta, l'alto rappresentante della politica estera della Ue Catherine Ashton e il commissario Ue all'allargamento Stefan Fule lanciano un appello affinché le parti in causa diano prova di "moderazione e restino calme allo scopo di evitare nuove vittime e violenze". "Il dialogo è la chiave", affermano Ashton e Fule. "Noi confermiamo il nostro impegno con la Tunisia e il suo popolo e la nostra volontà ad aiutarli per trovare una soluzione democratica duratura alla crisi in corso". L'Unione europea continua a seguire gli avvenimenti in Tunisia con grande attenzione.LA FARNESINANon risultano né vittime né feriti di nazionalità italiana negli scontri in Tunisia mentre, fa sapere la Farnesina, "si registrano invece danni a strutture di alcuni imprenditori italiani, in un contesto nel quale molte imprese, tunisine e straniere, hanno subito saccheggi e atti di vandalismo". La Farnesina, tramite l'Ambasciata d'Italia a Tunisi e l'Unità di crisi - si legge in una nota del ministero - sta seguendo ininterrottamente l'evoluzione della situazione in Tunisia per assicurare la più efficace assistenza ai connazionali che si trovano in tale Paese sia in qualità di residenti che di viaggiatori temporanei.
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