venerdì 14 gennaio 2011
Il presidente tunisino Ben Ali è fuggito. Lo ha annunciato la tv di Stato. Il presidente del Parlamento ha assunto temporaneamente la guida del Paese, per traghettarlo verso elezioni anticipate. Secondo Al-Jazeera sono stati arrestati alcuni familiari della moglie del capo di Stato. Decretato lo stato di emergenza in tutto il Paese, in vigore il coprifuoco, chiuso l'aeroporto.
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Il presidente tunisino Zin el-Abidin Ben Ali ha lasciato il Paese. Lo ha annunciato la tv di Stato. Il presidente del Parlamento tunisino, Fouad el-Mabzaa, ha assunto temporaneamente la guida del Paese per traghettare la Tunisia verso le elezioni anticipate. Secondo l'emittente Al-Jazeera sarebbero stati arrestati alcuni familiari della moglie del presidente in fuga. La notizia è arrivata alla fine di una giornata carica di tensione.Il presidente tunisino aveva dichiarato lo stato di emergenza e avvisato che avrebbe aperto il fuoco contro i manifestanti, nel tentativo sempre più affannoso di sedare le rivolte.La televisione di Stato aveva annunciato che Ben Ali aveva sciolto il governo e indetto nuove elezioni entro sei mesi. Ben Ali ieri aveva annunciato che avrebbe lasciato la presidenza alla fine del 2014, dopo 23 anni di potere, allo scadere del suo quinto mandato. Le autorità avevano imposto un coprifuoco dalle 17 alle 7 del mattino, mentre i mezzi dell'esercito circondavano l'aeroporto internazionale della capitale. Air France ha annunciato di aver temporaneamente sospeso tutti i voli per Tunisi.Intanto fonti mediche e testimoni mettono assieme il bilancio degli scontri avvenuti la notte scorsa nella capitale e nella cittadina di Ras Jebel, nel nordest: 12 morti, dieci dei quali nella sola Tunisi.Circa 8000 persone si sono riunite stamani fuori dalla sede del ministero dell'Interno, gridando: "Ben Ali, vattene", "Ben Ali, assassino".La folla, composta soprattutto da giovani, ha scagliato sassi contro la polizia che ha risposto con lacrimogeni.Le proteste sono proseguite oggi anche a Sidi Bouzid, la città al centro del paese dove è nato il movimento di rivolta.Diversi paesi, tra cui Gran Bretagna e Usa, hanno sconsigliato ai propri cittadini di recarsi in Tunisia, minacciando così il turismo, la prima risorsa del Paese.
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