L'isola di Nomuka, nell'arcipelago di Tonga, devastato, il 15 gennaio scorso, dall'eruzione di un vulcano sottomarino e da uno tsunami - Reuters
Una lettera a tutte le parrocchie, con la richiesta di donazioni di prodotti alimentari e di altro materiale, da destinare agli abitanti delle isole Hàapai, l'arcipelago del Pacifico meridionale devastato dall' eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Hàapai il 15 gennaio scorso, dallo tsunami che ha fatto seguito all'esplosione e colpito oggi da un sisma di magnitudo 6,2 gradi.
Il messaggio è stato firmato dal cardinale Soane Patita Paini Mafi, vescovo di Tonga, ed è soltanto una delle tante iniziative con le quali la Chiesa cattolica si sta mobilitando per aiutare gli sfollati, rimasti senza casa, che sono stati evacuati dalle isole Mango, Atata e Tongatapu e si trovano accolti in alloggi temporanei a Sopu, nell'area di Nukùalofa.
Sempre la Chiesa ha anche avviato uno speciale "Team Diocesano per i Disastri", composto da almeno un rappresentante per ogni zona o vicariato, che si incontreranno regolarmente per monitorare le situazione e le necessità nelle varie isole e ha segnalato "una chiara necessità di sostegno psicosociale per questi gruppi". Mentre si attende che il governo si occupi di organizzare anche un sostegno di questo tipo, operatori e volontari della Caritas Tonga sono attenti agli aspetti dei traumi psicologici che si accompagnano ai disastri e alle emergenze di tal genere, e sono intenzionati a monitorare la situazione e intervenire anche in questo settore.
A lanciare l'allarme sulle difficili condizioni degli abitanti è stata anche Caritas Tonga che ha fatto sapere alla rete delle Caritas dell'Oceania e dell'Asia Pacifico che "le isole sono ricoperte di cenere e l'elettricità non è stabile né esiste ancora un servizio telefonico o collegamento Internet per le isole più lontane. Tra i problemi principali vi è la carenza idrica: le persone bevono l'acqua in bottiglia dai negozi, ma non ce n'è abbastanza per durare a lungo e soddisfare i bisogni di tutti".
Il disastro del 15 gennaio scorso ha colpito l'84% delle circa 105 mila persone che abitano nel regno di Tonga, rendendo problematiche le forniture di cibo e di acqua alla popolazione. Il sisma di oggi è stato registrato al largo delle coste di Tonga e l'epicentro è stato registrato a 250 Km circa dall'isola di Nukùalofa, l'ipocentro ad una profondità di 14 chilometri. Non si
hanno notizie di danni nell'arcipelago, dove le comunicazioni restano difficili a causa delle interruzioni causati dall'eruzione del vulcano.
La diocesi di Tonga, che abbraccia l'intero regno di Tonga e lo stato insulare di Niue, ha una popolazione di circa 15 mila cattolici (su 105 mila abitanti) con 43 preti, due fratelli e 34 suore, divisi in 15 parrocchie.
Nella classifica del World Risk Index del 2020 l'arcipelago di Tonga (173 tra isole e isolotti), è il secondo paese al mondo più esposto al rischio dei disastri causati dal cambiamento climatico, dopo Vanuatu, altro arcipelago dell'Oceano Pacifico.
Nel novembre scorso il cardinale Mafi, vescovo di Tonga e Niue, che è anche presidente di Caritas Oceania, ha lanciato un allarme alla Cop 26, la Conferenza Onu sul clima di Glasgow, segnalando la frequenza di tempeste, cicloni, inondazioni e erosioni costiere, e notando che "la sua terra non è più sicura per le generazioni future".