La Svezia ha iniziato a effettuare controlli di identità alle frontiere con la Danimarca, di comune accordo,
con l'obiettivo di frenare l'ondata di rifugiati in arrivo. La misura sarà
in vigore per sei mesi, in seguito ai quali potrà essere estesa, a seguito di una legge approvata il mese scorso dal Parlamento svedese che permette l'introduzione di controlli sui viaggiatori in treno, autobus e barca in situazioni di rischio grave per l'ordine pubblico o la sicurezza interna. La prima responsabilità dei controlli sui documenti dei viaggiatori spetta alle compagnie di trasporti, che hanno criticato la possibilità di subire multe se non consegneranno i registri dei passeggeri.
La reazione tedesca. Il governo tedesco, pur non
commentando direttamente la decisione danese e svedese di
riprendere temporaneamente e a campione i controlli al confine
con la Germania, spinge "per una soluzione europea" che passi
attraverso un efficace controllo delle frontiere esterne
dell'Ue, come ha detto il portavoce dell'esecutivo Steffen
Seibert. Il portavoce del ministero degli Esteri ha aggiunto che
il sistema di Schengen "è molto importante ma è in pericolo a
causa del flusso di profughi".
Il portavoce del governo Seibert
ha poi confermato che il primo ministro danese, Lars Loekke
Rasmussen, aveva informato telefonicamente la cancelliera della
decisione di riattivare i controlli di confine e ha ribadito di
non voler dare giudizi, giacché ogni Paese dell'Ue "sotto la
propria responsabilità" può decidere misure di questo genere.
"Ma la soluzione non verrà trovata ai confini nazionali fra il
Paese A e il Paese B", ha concluso Seibert, riferendosi comunque
alle chiusure dei confini a catena di Svezia e Danimarca.
Da Kiel, capoluogo del Land Schleswig-Holstein, la regione
più settentrionale della Germania confinante con la Danimarca,
il presidente Torsten Albig ha espresso preoccupazione per la
nuova situazione alla frontiera:
"È una scelta che può nuocere
alla buona convivenza tra le regioni di confine e in particolare
danneggiare il traffico dei pendolari". Albig vede un "barlume
di speranza" nella scelta delle autorità di Copenhagen di
procedere a controlli a campione e di voler salvaguardare il
traffico commerciale delle imprese. L'augurio è che le tensioni
sui confini scandinavi possano rientrare al più presto.