È pressing italiano sull’Ue, che – per adesso – sembra voler fare orecchio da mercante. Pressing garbato, deciso, portato dai più alti livelli istituzionali (va dal Quirinale a Palazzo Chigi) e che soprattutto si è sviluppato trasversalmente fra le forze politiche che siedono nel Parlamento italiano e in quello europeo.
Frattini chiama i ministri Ue. Il capo della Farnesina, Franco Frattini, ieri ha chiamato alcuni colleghi europei (il ministro degli Esteri ungherese Janos Martonyi, quello polacco Radoslaw Sikorski, quello austriaco Michael Spindelegger e quello francese Michele Alliot-Marie) spiegando loro quanto sia necessario mettere insieme a punto azioni concrete per la protezione delle minoranze religiose, specie cristiane, davanti ai sempre più gravi attacchi di cui sono vittime. E quasi tutti sono stati d’accordo su un’iniziativa congiunta in vista del Consiglio dei ministri Ue del 31 gennaio. Una richiesta contenuta in una lettera congiunta del ministro italiano con la collega francese Michele Alliot-Marie che sarà inviata all’Alto rappresentante dell’Unione europea, Catherine Ashton.
Azione comune Italia-Egitto. Ha anche inviato, Frattini, un messaggio di cordoglio al collega egiziano Ahmed Abul Gheit per la strage dei copti nella notte di Capodanno. Rinnovando «l’impegno dell’Italia per una forte azione comune con l’Egitto contro il terrorismo, che colpisce con cieca e inumana brutalità». E ricordando a Gheit che «siamo ben consapevoli dell’impegno dell’Egitto, manifestato sempre dal presidente Mubarak, di considerare i cristiani copti come parte integrante della società egiziana» e «per questa ragione rinnovo l’impegno dell’Italia per una forte azione comune contro il terrorismo».
Roma: si muova l’Unione europea. Nel frattempo anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (dopo lo stesso Frattini e il premier Silvio Berlusconi), fa sapere che l’Europa dovrebbe smettere di girarsi dall’altra parte: «Credo sia giusto – dice – chiedere che in sede europea il tema della libertà religiosa diventi oggetto di discussione e iniziativa». Il fenomeno delle «persecuzioni di credenti delle varie chiese cristiane si fa molto acuto» – sottolinea il capo dello Stato – ed è un nuovo aspetto del terrorismo fondamentalista islamico, sebbene è decisivo «tenere distinto il problema del rapporto e del dialogo con l’Islam dalla lotta contro il terrorismo», fermo restando – conclude Napolitano – che «quanto accaduto in Egitto è anche frutto di una situazione interna del Paese, di grande tensione e preoccupazione».
Bruxelles: «Nessuna iniziativa». Nonostante tutto, a Bruxelles sembrano non scomporsi più di tanto davanti alle pressioni da casa nostra: «Per ora non è prevista alcuna iniziativa particolare» a livello europeo a proposito della difesa dei cristiani dopo l’attentato ad Alessandria d’Egitto, come ha candidamente annunciato ieri un portavoce della Commissione Ue: «La questione è stata discussa nell’ultimo Consiglio affari esteri della Ue, in dicembre – si è limitato ad aggiungere il portavoce – e sono in corso colloqui tra le diverse istituzioni europee e l’Alto rappresentante per la politica estera, Catherine Ashton, che ha proposto al Consiglio di discutere il tema in occasione del rapporto annuale sui diritti dell’uomo».
Ppe e Pd all’attacco. Ormai però le richieste di muoversi sono tante. L’Ue, attraverso proprio la Ashton, deve «prendere subito iniziative concrete a favore della libertà religiosa e in difesa dei cristiani nel mondo», chiede l’eurodeputato Ppe Mario Mauro: «Nel mirino c’è proprio il cristianesimo o l’intero Occidente?». La stessa posizione espressa dal capogruppo Pd al Parlamento europeo, David Sassoli: «L’appello del presidente Napolitano ad una iniziativa dell’Ue sul tema cruciale della libertà religiosa va accolto e rilanciato – scrive in una nota –. L’Europa può giocare un ruolo fondamentale».