sabato 26 gennaio 2013
La sentenza di condanna a  morte per 21 persone, imputate per la strage dello scorso 1° febbraio allo stadio cittadino, ha provocato una violenta protesta, con un bilancio di 30 morti e 200 feriti. Gli scontri si sono propagati anche in centro al Cairo. Il Consiglio di difesa, guidato da Morsi, ha esortato al dialogo nazionale.
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Sale a 30 morti e oltre 200 feriti  il bilancio dei violenti scontri che da sabato mattina infuriano davanti al carcere di Port Said.Tra le vittime anche due poliziotti e due calciatori: Tamer el Fahla, ex portiere del Masri, la squadra locale di Port Said e Mohamed el Dezwi, del Marikh. A scatenare le violenze è stata la sentenza pronunciata sabato da un tribunale del Cairo che ha  condannato a morte 21 persone per gli scontri del primo febbraio 2012 allo stadio di Port Said, che causarono la morte di 74 tifosi dell'Ahly del Cairo. La peggiore strage della storia del calcio egiziano. La sentenza definitiva per i 21 imputati condannati a morte deve attendere, secondo la legge egiziana, il via libera da parte della massima autorità religiosa del paese, il gran mufti. Nel processo per il massacro di Port Said sono imputate 73 persone: nove ufficiali di polizia e tre manager del club. Per gli ufficiali l'accusa è di avere permesso il massacro mentre per gli altri è di omicidio premeditato e porto di armi abusivo. Lo stadio di Port Said fu teatro di un'autentica battaglia tra i tifosi locali dell'Al-Masry e quelli della squadra cairota dell'Al-Alhy. Nelle successive proteste al Cairo ci furono altri 16 morti. Secondo molti osservatori gli incidenti furono pianificati dalla polizia o da nostalgici di Hosni Mubarak per vendicarsi degli Ultras dell'Al-Ahly che erano stati in prima linea nella rivoluzione contro il Rais.Subito dopo il pronunciamento della sentenza, i familiari dei condannati e alcuni gruppi di ultras hanno assaltato il carcere di Port Said. I manifestanti hanno anche assaltato due commissariati di polizia e negli scontri in città due agenti sono morti e numerosi, ha fatto sapere il ministero dell'Interno egiziano, «sono gravemente feriti». Successivamente, circa 500 supporter dell'Ahly si sono recati presso il ministero dell'interno egiziano per chiedere che vengano giudicati anche i poliziotti imputati nel processo del massacro a Port Said. La polizia ha risposto col lancio di lacrimogeni.Il Consiglio nazionale di difesa egiziano, guidato da Mohamed Morsi, ha esortato al dialogo nazionale dopo i morti causati dagli incidenti cominciati nel secondo anniversario della rivoluzione e proseguiti dopo le condanne a morte per la strage allo stadio di Port Said. In un comunicato diffuso dalla tv di stato, il Consiglio ha chiarito che è pronto a prendere "tutte le misure necessarie" per preservare le istituzioni, compresi il coprifuoco o la dichiarazione di stato d'emergenza. In precedenza lo stesso presidente egiziano aveva lanciato un appello alla calma.

Nella serata di sabato però gli scontri sono arrivati anche al Cairo: tafferugli fra manifestanti, molti con il volto coperto da passamontagna, e forze dell'ordine si registrano sul lungo Nilo all'altezza di piazza Tahrir. I manifestanti hanno lanciato pietre e bottiglie molotov, la polizia risponde con un fittissimo lancio di lacrimogen

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