lunedì 27 gennaio 2014
Governo e opposizione ribadiscono di voler negoziare. Sugli annunciati corridoi umanitari per la città di Homs la Croce Rossa denuncia: «Finora nessuna misura concreta».
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"C'è apparentemente la volontà di proseguire i negoziati" tra il regime siriano e la Coalizione dell'opposizione , "ma non ho mai aspettato un miracolo". Lo ha detto il mediatore di Onu e Lega araba Lakhdar Brahimi in conferenza stampa al termine del terzo giorno di colloqui a Ginevra.La situazione è di stallo. "Il regime - accusa l'opposizione - si è rifiutato di parlare di transizione" che era il tema in agenda nei colloqui di stamani. La delegazione governativa insiste nel voler discutere di "terrorismo: ne vuole fare il dossier principale" dei negoziati.I negoziati dovrebbero proseguire fino a venerdì 31 gennaio, seguiti poi da una pausa di nove giorni.Domenica, dopo due giorni di difficili colloqui, la conferenza di Ginevra 2 sembrava aver sortito il primo, sia pur limitato, risultato. Un accordo è stato raggiunto per consentire alle donne e ai bambini di lasciare la città vecchia di Homs, dove i ribelli hanno le loro basi, sottoposta a un assedio governativo da un anno e mezzo. Ma oggi a mezzogiorno ancora "nessuna misura concreta è stata presa" dal governo siriano per l'evacuazione di donne e bambini da Homs, né per l'accesso di aiuti umanitari. Lo ha dichiarato Robert Mardini, capo delle operazioni in Medio Oriente del Comitato internazionale della Croce Rossa. I ribelli nella città chiedono garanzie: chi parte non venga arrestato, a chi resta siano garantiti aiuti umanitari.I colloqui di domenica dovevano affrontare anche la questione dei prigionieri e delle persone rapite. "Ma abbiamo dedicato la maggior parte del nostro tempo alla questione di Homs", ha detto Brahimi. Per quanto riguarda i detenuti in mano al regime, il vice ministro degli Esteri Faysal Maqdad ha smentito "categoricamente", definendole "invenzioni dei media", notizie secondo le quali tra di essi vi sarebbero bambini.Intanto non si fermano i combattimenti. Fonti locali riferiscono che quattro persone, tra cui un bimbo di un anno, sono morti per fame nelle ultime 24 ore nei sobborghi di Damasco assediati dalle forze del regime.
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