È di almeno un centinaio di morti, di cui almeno 55 civili uccisi dalle forze di sicurezza, il bilancio delle violenze di ieri in Siria, secondo quanto afferma oggi l'organizzazione d'opposizione Osservatorio siriano dei diritti umani. Secondo l'Osservatorio, dei 55 civili uccisi, 40 sono morti a Homs e dintorni, 9 a Deraa,cinque nei sobborghi di Damasco, dove ieri le forze di sicurezzadi Bashar Al Assad hanno condotto una massiccia campagna per riprendere il controllo del territorio dai ribelli, e una a Idleb, nel nord-ovest. Fra le persone uccise, precisano gli attivisti, vi sono almeno 10 soldati disertori, sei membri delle forze di sicurezza e 25 soldati dell'esercito regolare siriano. Tra le vittime civili, ci sarebbero otto tra bambini e adolescenti e una donna.In attesa della riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che si terrà stasera, il regime di Damasco ha denunciato le "dichiarazioni aggressive" contro la Siria da parte degli Usa e di altri Paesi occidentali. Dichiarazioni, ha aggiunto, che "stanno registrando una escalation scandalosa". A riferirlo è l'agenzia Sana che cita un comunicato del ministero degli Esteri siriano. Ieri il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, aveva espresso la ferma condanna di Washington per "l'escalation degli attacchi violenti e brutali contro il popolo da parte del regime siriano", chiedendo al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di agire. Anche il presidente dell'Ue, Herman Van Rompuy, aveva espresso lo sdegno dell'Europa di fronte alle "atrocità" e alla "repressione" di Damasco. Affermazioni bollate come "ridicole" dal regime di Bashar al-Assad, che è tornato a puntare il dito contro "i gruppi terroristici" che sarebbero responsabili delle violenze nel Paese.Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite discuterà, con i rappresentanti della Lega Araba, la bozza di risoluzione che chiede le dimissioni del presidente siriano Bashar al-Assad. Sul provvedimento pesa però il quasi certo veto della Russia, favorevole a un dialogo tra il regime e il Consiglio nazionale siriano e decisamente contraria all'ipotesi di un abbandono di Assad. Alla riunione sarà presente anche il segretario di Stato Usa Hillary Clinton che ha annunciato ieri la sua partecipazione per "mandare un chiaro segnale di sostegno al popolo siriano".