lunedì 19 dicembre 2016
Finora 20mila persone portate in salvo: ci sono anche tutti i 47 bimbi di un orfanotrofio, alcuni sono feriti. E fanno indignare, sui social, le fotografie di presunte turiste sorridenti
Aleppo, tra gli evacuati anche la bimba dei tweet. Turiste choc sulle macerie
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Sulle macerie di Aleppo un raggio di speranza: sono stati evacuati tutti i 47 bambini di un orfanotrofio della città siriana uscita stremata da mesi di assedio. Sono 20mila le persone portate finora in salvo dai quartieri orientali assediati. Ed è salita sull'autobus, con la famiglia, anche Bana al-Abed, la bambina di 7 anni che dal profilo Twitter della madre raccontava gli orrori della guerra. Ma dalle macerie di Aleppo arrivano anche immagini a dir poco sconcertanti: sedicenti turiste si sono fatte fotografare mentre scattano selfie tra le rovine della Cittadella e, in posa, davanti a quel che resta del più lussuoso albergo di Aleppo. Cattivo gusto o propaganda del regime di Damasco? Di sicuro un oltraggio alle vittime, di qualsiasi appartenenza. E a chi resta.

In salvo i bambini dell'orfanotrofio

Geert Cappelaere, direttore regionale dell'Unicef, ha reso noto che "questa mattina 47 bambini intrappolati in un orfanotrofio ad Aleppo est sono stati evacuati"; alcuni di loro sono "in condizioni critiche a causa di ferite e della disidratazione". Secondo Cappelaere, l'evacuazione è avvenuta in modo "sicuro" ed è una "testimonianza degli sforzi incessanti degli operatori umanitari sul terreno, che lavorano senza sosta per i bambini e i loro familiari". L'agenzia dell'Onu lavora con altre organizzazioni per la riunificazione dei minori con le loro famiglie, fornendo loro gli alimenti e gli indumenti adeguati per affrontare l'inverno.

Il saluto di Bana al-Abed, la bimba che twittava

La notizia è arriva, non a caso, via Twitter. L'ong Syrian American Medical Society ha informato che la bambina siriana Bana Al-Abed, 7 anni, divenuta famosa per i suoi tweet sulla drammatica vita quotidiana ad Aleppo Est sotto assedio, ha lasciato la città assieme alla sua famiglia. Secondo la ong turca IHH, Bana Al-Abed sarebbe stata condotta nella regione di Rashidin. A partire da settembre Bana e sua madre, insegnante di inglese, hanno postato tweet in inglese sulla situazione ad Aleppo e il loro profilo era seguito da oltre 323 mila persone in tutto il mondo. Ieri in uno degli ultimi messaggi la ragazzina scriveva: "Siamo stanchi". E chiedeva al presidente turco Erdogan di agevolare con la Russia l'evacuazione da Aleppo.

L'offesa: «turiste» sulle macerie di Aleppo

Vestite elegantemente, e sfoderando sorrisi, sette presunte turiste si sono fatte fotografare sabato scorso nei luoghi che custodiscono la memoria dell'Aleppo elegante di un tempo, antica cittadina riconosciuta dall'Unesco patrimonio dell'umanità. Le immagini, rimbalzate sui social media, hanno sollevato un'ondata di indignazione. In una delle foto le giovani signore si immortalano con un selfie davanti alla Cittadella, fiore all'occhiello dell'Aleppo che fu. Un sorriso, l'asticella allungata. Rossetti e rimmel in sfregio al sangue versato. E ai tanti feriti che languono ancora.

Ma la foto che forse più ti tutte lascia allibiti è quella con cappellini primo Novecento su un'auto d'epoca semidistrutta davanti ai ruderi del prestigioso Carlton Citadel Hotel, fatto saltare in aria due anni e mezzo fa dai jihadisti del Daesh.

Secondo media turchi, le donne sarebbero veramente turiste giunte da Damasco, e chiaramente filogovernative. Un'altra ipotesi è che il servizio fotografico sia stato commissionato dal regime siriano per rimarcare la vittoria di Aleppo. In ogni caso, il risultato è di pessimo gusto.

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