mercoledì 27 novembre 2024
Il romanziere, 75 anni, è stato arrestato dai servizi segreti e incarcerato. È accusato di aver attentato «all’integrità del territorio nazionale». La mobilitazione degli scrittori francesi
Lo scrittore algerino Boualem Sansal, 75 anni

Lo scrittore algerino Boualem Sansal, 75 anni - ANSA

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Un candidato al Nobel per la letteratura ormai passibile dell’ergastolo in patria. È il bivio imprevisto che ha stravolto la vita dello scrittore algerino Boualem Sansal, 75 anni, già pluripremiato per i suoi romanzi, ma ammirato pure per la sua denuncia delle derive sociali in Algeria, dove ha scelto di continuare a vivere.

Il 16 novembre, di ritorno da Parigi, Sansal era stato arrestato all’Aeroporto di Algeri dai servizi segreti, prima d’essere incarcerato il 21. Comparso presso il tribunale di Dar El Beida, è stato accusato di attentare «all’integrità del territorio nazionale» algerino, in base all’articolo 87bis del codice penale sui comportamenti equiparati al terrorismo. Rischia ora l’ergastolo, per una categoria di crimini punita fino agli anni Novanta persino con la pena di morte. A causa delle sue condizioni di salute precarie, secondo il quotidiano francese Le Monde, sarebbe stato ricoverato all’ospedale Mustapha-Pacha di Algeri.

Negli ultimi giorni, il trattamento riservato a Sansal ha suscitato un’ondata d’indignazione soprattutto in Francia, anche perché lo scrittore ha acquisito di recente la nazionalità transalpina. Se le autorità francesi dicono di battersi per la liberazione con strumenti diplomatici, il mondo letterario e intellettuale continua a lanciare petizioni e appelli, denunciando il carattere politico di una procedura volta ad imbavagliare una voce scomoda. A chiedere la «liberazione immediata» sono stati ad esempio i Nobel Orhan Pamuk, Jean-Marie Le Clézio e Annie Ernaux. Uno dei membri dell’Accademia di Francia ha invece proposto un voto urgente per far eleggere Sansal fra gli ‘immortali’. Per l’avvocato di Sansal, François Zimeray, la procedura avviata contro lo scrittore «per via dei suoi scritti è un atto grave».
Il 21 novembre, quando poco o nulla si sapeva delle condizioni di Sansal, il presidente francese Emmanuel Macron aveva già detto di tenere in modo assoluto «alla libertà di un grande scrittore e intellettuale». Lunedì scorso, invece, l’Europarlamento ha votato l’apertura di un dibattito sul caso.

Di certo, si tratta di un braccio di ferro che avvelena ancor più le relazioni fra Parigi e Algeri, di nuovo pessime negli ultimi tempi. Soprattutto da quando la Francia, l’estate scorsa, ha riconosciuto la «sovranità marocchina» sul Sahara Occidentale, intervenendo così nello storico pomo della discordia territoriale fra Marocco e Algeria, riguardante gli indipendentisti del Fronte Polisario.
In proposito, certe dichiarazioni recenti di Sansal potrebbero aver indisposto le autorità algerine, come quelle rilasciate il mese scorso al sito francese nazionalista Frontières. Lo scrittore ha ad esempio sostenuto che «il regime algerino, che è un regime militare, ha inventato il Polisario per destabilizzare il Marocco».
Per diversi osservatori, l’arresto di Sansal ha dunque pure il sapore di una rappresaglia geopolitica contro uno scrittore che fra l’altro ha confessato di recente di volersi stabilire in Francia. Ad accreditare quest’ipotesi, anche il fango gettato nelle ultime dall’agenzia ufficiale algerina Aps contro uno «pseudo-intellettuale venerato dall’estrema destra francese».

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