Diminuiscono le braccia, aumentano gli arti meccanici. Il paradosso della Cina – costretta a un ripensamento radicale del suo modello produttivo, non più giocato sulla sola risorsa dello sfruttamento intensivo della manodopera - è tutto raccolto dentro due dati. Il primo è fornito dall’agenzia Xinhua. La popolazione in età lavorativa è destinata a scendere a quota 958 milioni di persone entro il 2030 e a quota 827 milioni entro il 2050. Oggi – secondo le stime elaborate dalla Family Planning Association (FPA) – l’esercito delle persone comprese tra i 15 e i 59 anni è di 1.003 miliardi. L’altro dato arriva dalle pagine del China Daily. In Cina nei primi 11 mesi dell’anno sono stati prodotti 64mila robot industriali, destinati – nei piani di Pechino - a fronteggiare il calo demografico e il restringimento progreddivo della forza lavorativa. Un vero e proprio boom. L’anno scorso l’intera produzione si era fermata a quota 32.996 esemplari. Si calcola che quest’anno saranno 70mila le unità prodotte nel gigante asiatico. Le vendite di queste macchine, utilizzate soprattutto per trasferire, caricare e scaricare grossi materiali, sono schizzate del 94,3 per cento. Secondo l’International Federation of Robotics, la Cina oggi rappresenta il più grande mercato globale della robotica con il 27 per cento.
La Cina punta sempre più sui robot per fronteggiare il calo demografico. 70mila gli esemplari prodotti quest'anno
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