La notizia della scomparsa del leader israeliano Ariel Sharon ha fatto il giro del mondo scatenando, come prevedibile, una lunga serie di reazioni, tra loro molto diverse per toni e contenuti. Il primo a reagire è stato Shimon Peres, presidente d'Israele, che lo ha chiamato con il suo soprannome Arik. «Il mio caro amico Arik Sharon ha perso oggi la sua ultima battaglia - ha detto Perese -. Arik era un soldato valoroso e un leader che sapeva osare. Amava la sua nazione e la sua nazione lo amava». Mentre il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha sottolineato che «Lo stato di Israele china il capo davanti alla morte di Ariel Sharon, il suo ricordo rimarrà per sempre nel cuore della nazione». Ma anche tanti altri esponenti della politica di Israele lo hanno voluto ricordare. «Un grande e coraggioso leader e un vero sionista - lo ha ricordato il laburista Isaac Herzog, capo dell'opposizione israeliana -. Sapeva anche cambiare opinione del mondo e riconoscere il giusto percorso dello Stato d'Israele». Di segno totalmente opposto le dure reazioni di Fatha e Hamas, due delle principali fazioni sul fronte palestinese. «Sharon - dichiara Jibril Raboub, dirigente di al Fatah - è un criminale, responsabile dell'assassinio di Arafat, e noi speravamo che comparisse davanti alla Corte penale internazionale». «Nessuno dovrebbe celebrare la morte di qualcuno. Ma purtroppo devo dire che Sharon non ha lasciato bei ricordi ai palestinesi». Lo ha affermato, il politico palestinese Mustafa Barghouti, parente del più famoso Marwan Barghouti, dirigente del partito Fatah detenuto dal 2002 in Israele dove è stato accusato per cinque omicidi e sta scontando cinque ergastoli. «Purtroppo Sharon ha seguito un percorso di guerra e aggressione e ha fallito nel raggiungimento della pace con il popolo palestinese», ha aggiunto in una dichiarazione alla Bbc Mustafa Barghouti che nel 2002 ha fondato il partito Iniziativa nazionale palestinese e nel 2007 è stato ministro dell'Informazione. Condoglianze alla famiglia Sharon e ad Israele sono giunte dal segretario generale dell'Onu, Ban ki-moon, che si è detto «addolorato» per la sua scomparsa. «Sharon sarà ricordato per il suo coraggio politico e per la decisione storica di ritirare le truppe israeliane dalla striscia di Gaza», ha aggiunto il leader del Palazzo di Vetro, sottolineando che il suo successore «deve affrontare la difficile sfida di realizzare le aspirazioni di pace tra il popolo israeliano e quello palestinese». «Ariel Sharon fu un patriota israeliano che ha reso un grande servizio al suo Paese». Così il cancelliere tedesco Angela Merkel ha reso omaggio all'ex premier d'Israele. «Con la sua coraggiosa decisione di ritirare gli insediamenti israeliani dalla Striscia di Gaza -ha aggiunto la Merkel- compì un passo storico verso la riconciliazione con i palestinesi e la soluzione dei due stati». Per il presidente francese, Francois Hollande, Ariel Sharon è stato «un protagonista di primo piano nella storia del suo paese». «Dopo una lunga carriera militare e politica - si legge in un breve comunicato di Hollande diffuso dai servizi dell'Eliseo - Sharon ha fatto la scelta di rivolgersi verso il dialogo con i palestinesi».
Il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, ha ricordato la figura di Sharon ricordando il suo attaccamento a Israele: «Un leader che ha dedicato la vita allo Stato di Israele». «Il popolo americano, Michelle e io - ha continuato Obama - inviamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e al popolo di Israele. Riconfermo il nostro saldo impegno nella sicurezza di Israele. Continueremo a lottare per una pace duratura e per la sicurezza del popolo israeliano». Per il premier britannico, David Cameron, Ariel Sharon è stato «uno dei personaggi più importanti nella storia di Israele»