Ennesimo rapimento di un sacerdote cattolico in Nigeria. Secondo l’agenzia Fides padre John Bako Shekwolo è stato sequestrato il lunedì sera nella sua casa nel villaggio di Ankuwai, nello Stato di Kaduna, nel centro-nord della Nigeria. Il rapimento è stato confermato da un comunicato firmato dal cancelliere dell’Arcidiocesi di Kaduna, monsignor Daniel J. Kyomm: “Siamo spiacenti di annunciare che uno dei nei nostri sacerdoti padre John Bako Shekwolo è stato rapito da ignoti. Mentre chiediamo ai fedeli di pregare per un rapido rilascio di padre Shekwolo, facciamo appello alle coscienze di coloro che lo hanno rapito perché lo rilascino incolume”. Nello Stato di Kaduna sono ancora presenti molti reparti di jihadisti di Boko Haram, questo preoccupa le forze locali perché in precedenza i sequestri erano avvenuti invece nel sud, nella zona del delta del Niger, e tutti a scopo di estorsione.
La polizia locale ha assicurato di far tutti gli sforzi possibili per liberare padre Shekwolo che è parroco della chiesa di Santa Teresa di Ankuwa. Il rapimento del sacerdote cattolico è stato stigmatizzato dall’Associazione dei Cristiani di Nigeria (Christian Association of Nigeria - Can), che riunisce le diverse confessioni cristiane del Paese, con una dichiarazione del suo presidente, il reverendo John Joseph Hayab. “La Can condanna con forza il rapimento di padre John Bako Shekwolo. Mentre notiamo che quello dei sequestri nello Stato di Kaduna è diventato un grande business, invitiamo i rapitori a rilasciare il sacerdote”. “È triste che lo stato di Kaduna sia diventato il centro del business dei rapimenti, con il governo che non fa quasi nulla per fermarlo. Questo dimostra che c'è un fallimento della governance, per quanto riguarda la sicurezza della vita e della proprietà” incalza il reverendo. “Il governo e le agenzie di sicurezza devono assumersi la responsabilità di proteggere le vite e proprietà, che è l'essenza di ogni governo” conclude la dichiarazione.
Lo stillicidio per la Chiesa africana continua. Due preti cattolici sono stati assassinati la scorsa settimana assassinati in Camerun e Nigeria, mentre in Burkina Faso si teme per un altro pastore sequestrato. Lo sconcerto, l'apprensione e una folla d'interrogativi si sono intrecciati nelle ultime ore sui fronti vicini della pastorale missionaria e dell'impegno pedagogico nelle contrade africane a rischio.
Originario della Repubblica Centrafricana e residente in Ciad, il padre cappuccino Toussaint Zoumaldé è stato ucciso con arma bianca prima dell'alba di mercoledì 20 marzo. È stato padre Jean Miguina, superiore per la provincia del Ciad e della Repubblica Centrafricana ad annunciare la morte del pastore, molto noto anche come giornalista radiofonico e autore di canti religiosi: «Venuto a Bouar per animare una sessione di formazione dei preti della diocesi, rientrava nella sua missione di Baibokoum in Ciad, attraverso il Camerun. Giunto a Ngaoundéré, voleva passarvi la notte e proseguire l'indomani. Qui, è stato assassinato da uomini ignoti».
Nella stessa giornata è stato trovato morto padre Clement Ugwu, della chiesa di San Marco, nello Stato di Enugu, di cui non si avevano notizie da una settimana fa. Il suo corpo è stato trovato a una ventina di chilometri dalla parrocchia. I media avevano ipotizzato un sequestro. Il vescovo, Callistus Onaga, al termine del funerale, ha rivolto un forte appello affinché il crimine efferato non resti impunito. Sono già cinque i sacerdoti uccisi da gennaio nel mondo, uno ogni sedici giorni. Quattro vittime sono state assassinate in Africa.
Nel nord del Burkina Faso, si teme invece per la vita di padre Joël Yougbaré, della Società per le Missioni africane, rapito domenica 16 marzo nella stessa provincia amministrativa di Soum che ha Djibo per capoluogo. Il sacerdote si era recato per celebrare la Messa nel villaggio di Bottogui e non ha più dato notizie, come ha precisato monsignor Laurent Dabiré, vescovo di Dori, il capoluogo della regione Sahel, la più settentrionale. Solo un mese fa, il 15 febbraio, vicino alla frontiera meridionale con
il Togo, era stato ucciso padre Antonio César Fernández, sacerdote salesiano spagnolo. Intanto, proseguono le ricerche dell'architetto padovano Luca Tacchetto e della sua amica canadese Edith Blais, rapiti probabilmente tra il 15 e il 16 dicembre mentre dal Burkina si recavano in Togo con obiettivi umanitari.