Al via in Africa una nuova campagna anti malaria - Foto di archivio
Dopo oltre 30 anni di sforzi, ricerche e sperimentazioni, le speranze di vincere la malaria in Africa riprendono quota. In Camerun, parte oggi la prima campagna d’immunizzazione di routine che utilizza l’innovativo vaccino di GSK (GlaxoSmithKline), sviluppato con il sostegno dell’Ong internazionale Path. Si tratta della prima tappa di un piano di prevenzione che abbraccerà lungo il 2024 tutta l’Africa, sotto il coordinamento dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Ben 20 Paesi introdurranno il vaccino nei protocolli vaccinali per l’infanzia.
Ad avviare il piano è stata l’organizzazione internazionale Gavi, impegnata dal 2000 per assicurare ai bambini dei Paesi in via di sviluppo un miglior accesso ai vaccini. Nella cordata, anche altri fondi e organismi internazionali.
Dal 2019, un programma sperimentale in 3 Paesi, Ghana, Kenya e Malawi, ha già permesso di vaccinare 2 milioni di bambini a rischio, con risultati ritenuti incoraggianti: le morti infantili, nel complesso, sono calate del 13%. Negli ospedali, inoltre, si è osservato un riflusso sostanziale dei ricoveri gravi per malaria. I test clinici hanno dimostrato che il nuovo vaccino è sicuro anche per i bambini malnutriti e per quelli portatori dell’HIV.
L’Oms raccomanda la somministrazione di 4 dosi all’anno a tutti i bambini a partire dai 5 mesi. Nelle zone più a rischio, può essere prescritta pure una quinta dose.
Malattia antica, la malaria continua a falcidiare l’infanzia in Africa, con circa mezzo milione di decessi all’anno fra i bambini sotto i 5 anni. A livello planetario, soffrono della patologia circa 247 milioni di persone, ma il 95% dei decessi riguarda l’Africa.
A inoculare i protozoi parassiti patogeni (del genere Plasmodium) sono le zanzare anofele.
Il vaccino restava il principale anello mancante di strategie nazionali di prevenzione che hanno fin qui previsto pure la diffusione di zanzariere e altri mezzi di lotta contro gli insetti vettori dei microbi patogeni.
Gavi e i suoi partner lavorano attualmente per permettere una massima diffusione del vaccino nei prossimi anni, dopo un primo lotto di 18 milioni di dosi già disponibili e destinate alle aree più colpite in 12 Paesi. Secondo l’organizzazione, la portata auspicabile del programma dovrebbe raggiungere livelli molto più elevati: almeno 40 milioni di dosi all’anno entro il 2026, per poi accelerare fino a 100 milioni di dosi negli anni successivi.