«Mentre noi stiamo parlando sono già morte cinque persone. E se una morte può essere considerata un incidente, le altre persone sono state colpite da proiettili. Adesso non si può più “scherzare”. Non appena ci sono delle vittime significa che ci sono anche degli assassini. Ciò vuol dire che qualcuno ha attraversato una “linea rossa” e che tornare sulle posizioni di partenza è ormai quasi impossibile». Questa è l’opinione di Anton Orekh, autorevole commentatore della più nota rete radiofonica moscovita,
Ekho Moskvy (L’Eco di Mosca).
Anton, non è quindi più possibile un compromesso fra il potere di Viktor Janukovich e l’opposizione?Per raggiungere un compromesso bisognerà chiudere gli occhi sul fatto che qualcuno ha ucciso delle persone umane. Neanche prima entrambe le parti erano propense al compromesso. Come potrebbero mettersi d’accordo proprio ora?
Ma lei si aspettava che si arrivasse a questo punto, che si arrivasse al punto di uccidere?Detto sinceramente, c’era da aspettarselo. Se per diversi giorni e notti due gruppi di persone si sparano reciprocamente addosso, si picchiano, lanciano bottiglie Molotov e granate, prima o poi, magari anche per un semplice caso, qualcuno avrebbe dovuto lasciarci la pelle...
E adesso, a suo parere, che si fa?La cosa più triste è che adesso, con ogni probabilità, nessuno è più in grado di dialogare con nessun altro. I leader dell’opposizione fanno gruppo a sé, gli attivisti della piazza stanno per conto loro, il potere in generale esiste soltanto in una sorta di area separata. Esso definisce «terroristi» i “majdanshchiki” (dimostranti del Majdan Nezalezhnosti, la Piazza dell’Indipendenza, divenuti ormai un simbolo,
ndr, e i “majdanshchiki” definiscono il potere «assassini ».
Naturalmente si pone il problema di come deve reagire l’Occidente...L’America e l’Occidente hanno l’occasione propizia per cessare i contatti con Janukovich. Certamente non è Bashar al-Assad, ma essi potranno dire che Janukovich prima ha distrutto le libertà civili e poi è passato ad uccidere gli stessi cittadini. Chissà che tra qualche tempo non bisognerà, dopo “Ginevra 2”, convocare anche “Ginevra-3”, questa volta sulla questione ucraina?
E la Russia? Che cosa può dire un osservatore che si trova nel suo centro, a Mosca?La Russia si sta rendendo conto che adesso non v’è occasione migliore per passare dal consueto tono perentorio a strilli ancora più forti, chiedendo all’Europa e agli Usa di lasciare in pace il «popolo ucraino fratello», di lasciarlo solo a risolvere i suoi problemi, quando invece dovrebbe essere finalmente la Russia a rendersi conto dei suoi problemi con l’Ucraina...
Concretamente, che cosa farà Putin?Mosca ritiene che adesso sia il momento migliore per manifestare durezza, per chiudere ulteriormente anche il rubinetto del gas, ricevere Janukovich a braccia aperte e dettargli le sue condizioni. Se fino a qualche settimana fa egli sembrava almeno poter scegliere la strada, tra Oriente e Occidente, ora, dopo la morte dei dimo-stranti, ad Occidente non staranno più ad aspettare Janukovich. E ad Oriente, a Mosca, incominceranno ad aspettarlo con malcelata impazienza».