La manifestazione di fronte all'ambasciata indiana a Washington
Dall'India agli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna all'Italia.
In occasione della Giornata internazionale dei diritti umani, i gesuiti sparsi per il mondo si sono mobilitati per il loro confratello, Stan Swamy, in carcere da 63 giorni. Il religioso,83 anni e una grave forma di Parkinson, è recluso nel carcere di Taloja, vicino a Mumbay, con l'accusa di legami con le formazioni terroriste maoiste. La stessa per cui sono detenuti altri 15 tra i più noti attivisti per i diritti umani, come padre Stan: tutti arrestati in base alla legge-capestro Unlawful actvies prevention act.
La campagna in India
Da tempo, il sacerdote era nel mirino del governo per la difesa della minoranza indigena Adivasi, vittime di abusi ed espropri sistematici delle terre
. Crimini puntualmente denunciati da padre Stan. E ribaditi in un video diffuso due giorni prima del fermo. Fino alla settimana scorsa, le autorità avevano rifiutato perfino di dargli una cannuccia, indispensabile per bere a causa del tremore del Parkinson. E' stata necessaria
una campagna che ha inondato la Procura e la polizia con migliaia di cannucce perché, la settimana scorsa, padre Stan potesse ottenerne una
.
Negli ultimi giorni, quando si avvicina l'udienza per la cauzione - prevista nei prossimi giorni - c'è stata una nuova mobilitazione. Confratelli, amici e simpatizzanti si sono fotografati in varie città con messaggi di sostegno a padre Stan.