La Camera dei rappresentanti americana ha approvato il piano di rilancio economico da 820 miliardi di dollari voluto da Barack Obama, ad appena otto giorni dal suo insediamento alla Casa Bianca. Ma, nonostante gli sforzi del neo presidente di ottenere un sostegno bipartisan a quello che ha presentato come un piano non solo per rilanciare ma anche per rifondare l'economia americana nel mezzo della gravissima crisi, nessun deputato repubblicano ha votato a favore del pacchetto, passato comunque, grazie all'ampia maggioranza democratica, con 244 sì contro 188 nò.
Un piccolo gruppo di democratici, 12 in tutto, ha anzi votato con i repubblicani contro il piano del loro presidente. Ora lo "stimulus package" passa al Senato dove dovrebbe ottenere un contenuto sostegno anche tra i repubblicani. Dopo il voto, che rappresenta in ogni caso un'importante vittoria per Obama dal momento che mai nella storia americana una misura così rilevante ha avuto tempi di approvazione così rapidi, Obama ha promesso che la sua amministrazione «gestirà questo piano di rilancio con un livello di trasparenza e responsabilità mai visto prima a Washington».Inizierà lunedì prossimo al Senato la discussione del piano di rilancio che nella versione che verrà messa ai voti alla Camera alta raggiungerà i 900 miliardi. L'American recovery and reinvestment act avrà un costo superiore a quello, combinato, delle guerre in Afghanistan ed Iraq, e garantirà fino a mille dollari di tagli fiscali alla maggioranza delle famiglie americane, un drastico aumento delle risorse destinate alla produzione di energia alternativa e destinerà oltre 300 miliardi in aiuti agli stati per sviluppare l'edilizia scolastica, garantire assistenza sanitaria ai poveri e costruire ponti ed autostrade.«Ci sono molti numeri in questo piano, ma tra tutti uno è quello più importante per me: questo piano permetterà di salvare o creare tre milioni di posti di lavoro nei prossimi anni» ha detto ancora Obama nella sua dichiarazione in cui non ha fatto riferimento all'unanime opposizione repubblicana al piano. Mentre invece il suo portavoce Robert Gibbs ha sottolineato come questa scelta potrebbe creare nuove difficoltà al Gop già in crisi dopo la netta sconfitta elettorale: «ci saranno molti elettori nei diversi distretti che si domanderanno perchè, se abbiamo un buon piano per far ripartire l'economia, bisogna sempre giocare con le vecchie regole della politica».
Alcuni tra i repubblicani moderati hanno comunque lasciato aperta la possibilità di approvare il testo definitivo, cioè quello che sarà votato dopo il passaggio al Senato, se Casa Bianca e Senato accoglieranno le loro proposte in materia di limitazione delle spese. Intanto ieri è stato bocciato un emendamento repubblicano che tagliava in modo considerevole le spese ed aumentava sostanzialmente i tagli fiscali. «Sono queste scelte economiche sbagliate che ci hanno portato a questo disastro, gli americani hanno votato per il cambiamento e la svolta ed è questo che avranno» ha dichiarato il leader della maggioranza alla Camera Steny Hoyer.