Uomini delle forze di sicurezza nigeriane
Libero. E illeso. È finito l’incubo di padre Arinze Madu, vice rettore del seminario “Regina degli Apostoli” di Imezi-Owa, nello Stato federale nigeriano di Enugu. Il sacerdote era stato rapito da un commando armato, lunedì scorso, all’entrata del seminario.
Oggi la liberazione. La diocesi di Enugu, nella sua pagina Facebook ufficiale, ha confermato che sacerdote sta bene. L’ennesimo rapimento testimonia come la Chiesa cattolica in Nigeria continui a essere nel mirino di bande di criminali senza scrupoli che stanno terrorizzando diverse località nel sud del Paese.
I leader religiosi sono sempre più spaventati. I sequestri vengono organizzati con l’obiettivo di riscuotere un riscatto. In alcuni casi le ragioni sono personali, politiche o etniche. Il messaggio che traspare da questi crimini è chiaro: la Chiesa non deve sentirsi al sicuro. Lo scorso primo agosto è stato ucciso un altro sacerdote della stessa diocesi, padre Paul Offu. Un gruppo di individui sconosciuti, probabilmente appartenenti all’etnia dei pastori fulani, ha sparato contro il sacerdote dopo avergli teso un’imboscata. Una tragedia simile ha coinvolto anche don Clement Rapuluchukwu Ugwu, parroco della chiesa di San Marco, nella località di Obinofia Ndiuno. Poco dopo essere stato rapito lo scorso marzo, Ugwu è stato ritrovato morto nella boscaglia dai suoi parrocchiani.
La Conferenza episcopale della Nigeria (Cbcn) ha chiesto aiuto, non solo alle forze di polizia locali, ma anche al governo centrale nella capitale, Abuja. «Ci troviamo davanti a un livello di insicurezza senza precedenti», ha denunciato monsignor Augustine Akubeze, arcivescovo di Benin City e presidente della Cbcn.