Centro per bambini malnutrici a Maropia, in Madagascar - Reuters
«La fame è creata dall’uomo con conflitti, diseguaglianze e cambiamenti climatici e i nostri leader devono dimostrare la volontà politica di contrastarne le ragioni strutturali e avere il coraggio di agire!». È un invito deciso quello rivolto da Azione contro la fame al governo italiano, presidente di turno del G20, in occasione della prossima Giornata mondiale dell’Alimentazione e in vista del summit Onu sul clima di Glasgow e della prossima manovra finanziaria del Pnrr. Nel manifesto “Mai più fame”, l’Ong traccia per il premier Mario Draghi una road map precisa che prevede la creazione di un fondo di solidarietà alimentare nel 2022; l’incremento dell’aiuto pubblico alla cooperazione internazionale fino a raggiungere lo 0,7 per cento del Pil entro il 2030; un impegno deciso per promuovere l’agroecologia, combattere i cambiamenti climatici e aumentare l’azione umanitaria.
Obiettivo dell’iniziativa creare un ampio movimento della società civile che spinga i leader nazionali e internazionale ad agire contro il dramma della fame che colpisce ancora 811 milioni di persone. «La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo sancisce che tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali ma, nella realtà, una persona affamata non è una persona libera», si legge nel manifesto. È urgente, dunque, affrontare le cause strutturali. A partire dai conflitti, moltiplicatore di povertà e conflitti: sei persone su dieci con carenze alimentari vivono in zone di guerra. È necessario, inoltre, contrastare le diseguaglianze e promuovere il ruolo delle donne, motore della sicurezza alimentare, e contrastare il cambiamento climatico, che minaccia almeno 15 milioni di agricoltori in Africa, Asia e America Latina. «Se pensiamo all’obiettivo “fame zero” contenuto nell’Agenda 2030 dell’Onu – ha affermato Simone Garroni, direttore di Azione contro la fame – ci sentiamo come se, percorrendo un’autostrada, invece dell’arrivo, vedessimo avvicinarsi il punto di partenza. Ci vuole un cambio di passo».
I primi firmatari del Manifesto
VALERIO AIRÒ, attore