"Vinceremo la guerra contro l'internazionale fondamentalista islamica" e strapperemo agli jihadisti il nord del Mali. Lo ha affermato il presidente del Paese africano, Dioncounda Traorè, mentre almeno due colonne di soldati francesi continuano ad avanzare via terra verso il nord e gli aerei di Parigi effettuano bombardamenti nelle regioni di Gao e di Timbuctù."Questa guerra la vinceremo insieme, per la civiltà e per la democrazia", ha detto ancora Traorè. Nel pomeriggio di ieri da Parigi gli ha fatto eco il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, confermando che l'aeronautica militare ha attaccato obiettivi nelle regioni di Gao e di Timbuctù. Il fine ultimo "dell'operazione - ha spiegato - è la completa riconquista del Mali ... Non intendiamo lasciare sacche di resistenza". Le Drian ha anche fatto riferimento ai sette francesi ancora in mano a gruppi fondamentalisti nel Sahel e ha assicurato che "sono vivi" (quattro di loro sono stati sequestrati più di due anni fa, nel settembre 2010).A proposito della situazione sul terreno ha però ammesso che la città di Diabali, situata a 400 chilometri da Bamako, "non è ancora stata riconquistata dalle forze regolari maliane" ma, ha aggiunto, ci aspettiamo notizie positive su questo fronte "nelle prossime ore". "Solo due giorni fa - ha spiegato - Diabali era diventato la base di un gruppo terrorista importante, Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi), che aveva concentrato lì moltissimi pick up equipaggiati con mitragliatrici ... Dopo il nostro intervento non se ne vedono più ".Riconquistata dai governativi anche Sevarè (630 km a nord-est di Bamako) dove c'è un aeroporto: località-chiave da dove possono partire nuove operazioni dirette ancora più a nord. La città dista solo 50 chilometri da Konna, riconquistata giovedì dall'esercito del Mali.Intanto ieri altri Paesi hanno risposto alle richieste di aiuto logistico e finanziario dell'Ecowas (Comunità degli Stati dell'Africa Occidentale) per il dispiegamento della Missione internazionale di sostegno al Mali (Misma). La Germania, che ha già annunciato l'invio di due aerei da trasporto, ha promesso un aiuto finanziario supplementare entro fine mese; la Russia ha proposto alla Francia di trasportare soldati e attrezzature; il Canada si occuperà del trasferimento in Mali di parte della forza africana. Finora comunque gli Stati dell'Ecowas hanno inviato solo una piccola parte dei soldati promessi per affrontare i gruppi armati integralisti che da più di nove mesi occupano il nord: dei 2.000 attesi, a Bamako per ora ne sono arrivati solo 150. Duemila invece sono i francesi già impegnati nei combattimenti e presto, secondo Parigi, diventeranno 2.500.Resta drammatica la situazione della popolazione civile. Anche ieri, dopo gli appelli di Human Rights Watch, esponenti delle comunità arabe e dei tuareg hanno chiesto ai "liberatori" di rispettare i civili. "Ci sono stati troppi saccheggi e troppe violenze" anche da parte delle truppe regolari, hanno denunciato.