La Commissione Europea
AstraZeneca dovrà fornire tutte le dosi di vaccino nei tempi previsti, la Commissione Europea è pronta ad azioni contro la società, e vuole un controllo degli export fuori Ue. Con una dichiarazione durissima è scesa in campo la commissaria alla Salute Stella Kyriakides, al termine di una riunione con la casa farmaceutica e gli Stati membri. «Le risposte della società non sono state soddisfacenti, per questo stasera (ieri sera ndr) seguirà un nuovo incontro». In mattinata c’era stata una telefonata della presidente della Commissione Ursula von der Leyen all’amministratore delegato di AstraZeneca Pascal Soriot. Anche l’Italia preme: «Abbiamo chiesto alla Commissione – ha detto il ministro degli Esteri Luigi di Maio – di agire per tempo con tutta la forza per riuscire a far rispettare gli impegni». Il tutto mentre la Commissione ha proposto nuove raccomandazioni con una nuova mappatura che inserisce alcune regioni italiane tra le zone a massimo rischio.
«Il nuovo calendario delle consegne di AstraZeneca non è accettabile – ha detto Kyriakides – l’Ue ha prefinanziato lo sviluppo dei vaccini e la loro produzione, e vuole vedere un ritorno». In totale l’Ue ha versato 2,7 miliardi di euro (di cui 336 milioni solo ad Astra Zeneca), tema affrontato anche nella telefonata di Von der Leyen a Soriot. Dunque, ha detto ancora la cipriota, «l’Ue vuole sapere esattamente dove siano state prodotte queste dosi da AstraZeneca e dove e a chi siano state consegnate». Bruxelles non crede alla giustificazione addotta da AstraZeneca, un problema di produzione a un impianto in Belgio, per decurtare di due terzi le consegne all’Ue nel primo trimestre. Perché è sempre più forte il sospetto che la società (come forse anche Pfizer-BionTech) stia riducendo le dosi destinate all’Europa per vendere di più a Paesi che pagano meglio, come Israele, vari Stati arabi o il Sudafrica. Non aiuta il fatto che l’Ema (l’agenzia del farmaco Ue) sia rimasta l’unico grande regolare a non aver ancora autorizzato AstraZeneca, ieri Kyriakides ha confermato che la decisione arriverà in settimana.
La Commissione propone ora agli Stati membri un «meccanismo di trasparenza per l’export» per cui, dice la commissaria, «tutte le società che producono vaccini anti-Covid nell’Ue dovranno fornire notifiche anticipate ogniqualvolta vogliano esportare dosi verso Paesi terzi», escluse le forniture umanitarie. «L’Ue – conclude Kyriakides – prenderà ogni azione necessaria per proteggere i propri cittadini e i propri diritti». Vista la riservatezza dei contratti, tuttavia, è difficile dire che tipo di azione legale sia possibile. Uno dei problemi, secondo indiscrezioni, è che non sono previste sanzioni automatiche in caso di ritardi. Inoltre i contratti sono espressi non in quantità di vaccini, ma di singole dosi. Ecco perché Pfizer-BionTech ha potuto ridurre le forniture non appena l’Ema ha autorizzato l’utilizzo di ogni fialetta per 6 dosi anziché 5.
Unica notizia positiva viene da Moderna, l’unico altro produttore finora autorizzato dall’Ue oltre a Pfizer-BionTech: il suo vaccino è efficace anche contro la variante britannica e quella sudafricana. La società ha però avvertito che per la seconda c’è un calo di sei volte dell’efficacia: l’amministratore delegato Stéphane Bancel ha annunciato lo studio su un possibile un secondo richiamo, per rafforzare l’efficacia.
La Commissione ha preposto nuove raccomandazioni Ue per coordinare la risposta alla pandemia. Tra queste, l’introduzione di una nuova mappa del rischio con un quarto colore: il rosso scuro, per le aree con oltre 500 casi per 100.000 abitanti su 14 giorni. Da una simulazione, figurano in rosso scuro l’Irlanda, la Spagna, il Portogallo, parti dell’Est Europa, della Francia, della Germania ma anche Emilia-Romagna, Veneto, Friuli e provincia di Bolzano. Per chi viene da queste aree, Bruxelles raccomanda l’obbligo sia di test molecolare prima della partenza, sia di quarantena all’arrivo. La Commissione sconsiglia tutti i viaggi non essenziali e di introdurre o mantenere i lockdown e la chiusura di alcuni settori commerciali.