Una manifestazione di attivisti per i diritti degli animali a Seul - ANSA
Per gli animalisti siamo davanti a una svolta storica, un “passo decisivo per consegnare una pratica obsoleta ai libri di storia”. La Corea del Sud mette al bando l’allevamento, la macellazione e la vendita di cani per la loro carne. È prevista una finestra di tre anni per consentire agli operatori del settore di trovare fonti alternative di lavoro e reddito: il bando diventerà effettivo entro il 2027. Allevamento, vendita e macellazione dei cani saranno punibili fino a tre anni di carcere o sanzionati con una multa di 30 milioni di won (circa 23.000 dollari). Non sarà illegale invece il consumo di carne in sé. Frutto di un'azione bipartisan sostenuta dal People Power Party, attualmente al potere, e dal Partito democratico, la principale forza d'opposizione, la legge è nata anche sotto la spinta del presidente Yoon Suk Yeol e della "first lady" Kim Keon Hee che si professano amanti degli animali.
Il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol e la moglie Kim Keon Hee con i loro cuccioli di cane - ANSA
Quella che si è consumata è una vera cesura non solo culturale, ma anche generazionale. Kim Seon-ho, 86 anni, ha raccontato alla Bbc la sua “delusione”. "Mangiamo carne di cane fin dal Medioevo. Perché impedirci di mangiare il nostro cibo tradizionale? Se si vieta la carne di cane, si dovrebbe vietare anche la carne di manzo." Diametralmente opposta è la visione di Lee Chae-yeon, uno studente di 22 anni: “Oggi tantissime persone hanno un animale domestico. I cani sono come membri della famiglia e non è certo bello mangiare la nostra famiglia." D’altronde tra i coreani la presenza dei cani è sempre più familiare. Secondo i dati del governo, nel 2022 una famiglia sudcoreana su quattro possedeva un cane, nel 2010 la percentuale era decisamente più bassa, pari al 16%.
La disaffezione al consumo di carne di cane è d'altronde un fenomeno sempre più pronunciato. In un sondaggio pubblicato da Animal Welfare Awareness, Research and Education, un think tank con sede a Seul, oltre il 94% degli intervistati ha affermato di non aver mangiato carne di cane nell’ultimo anno e circa il 93% ha affermato che non lo avrebbe fatto in futuro.
Promettono battaglia gli allevatori. “Questo è un chiaro caso di violenza di stato poiché stanno violando la nostra libertà di scegliere la nostra occupazione. Non possiamo stare a guardare”, ha detto Son Won Hak, un agricoltore ed ex leader di un’associazione di agricoltori. Secondo le statistiche del governo, nel 2023 la Corea del Sud contava circa 1.150 allevamenti di cani, 34 macellerie, 219 distributori e circa 1.600 ristoranti che vendono alimenti a base di carne di cane.