Modi, Putin e Xi nel vertice dei Brics a Kazan in Russia - REUTERS
Mentre in Russia va in scena la diplomazia dei Brics, attorno all’isola di Taiwan la “parola” è affidata alle navi da guerra. La Cina di Xi Jinping – che a Kazan ha visto il premier indiano Narendra Modi, insistendo sulla necessità “di rafforzare la comunicazione e la cooperazione, gestire adeguatamente i conflitti e le differenze e realizzare i reciproci sogni di sviluppo" dei due giganti asiatici - torna a far navigare la sua portaerei “storica” Liaoning nelle acque sempre più turbolenti dello Stretto. Il ministero della Difesa di Taipei ha fatto sapere di averne monitorato il transito a una settimana dalle esercitazioni militari cinesi con l'accerchiamento dell'isola, con l'impiego della Guardia costiera e un numero record di velivoli. E all'indomani dei “giochi di guerra” annunciati con l'uso di munizioni in prossimità delle coste cinesi che si affacciano sullo Stretto.
La portaerei cinese Liaoning - REUTERS
La risposta di Taiwan è stata durissima. Un vero e proprio blocco cinese di Taiwan “sarebbe un atto di guerra e avrebbe conseguenze di vasta portata per il commercio internazionale”, ha detto senza mezzi termini il ministro della Difesa Wellington Koo. "Se si attua davvero un cosiddetto blocco, che secondo il diritto internazionale è quello di proibire a tutti gli aerei e alle navi di entrare nell'area, allora secondo le risoluzioni delle Nazioni Unite un piano del genere sarebbe considerato come una forma di atto di guerra", ha detto Koo, parlando coi giornalisti. "Voglio sottolineare che manovre e prove sono totalmente diverse da un blocco, così come lo sarebbe l'impatto sulla comunità internazionale", ha aggiunto. La comunità internazionale, a quel punto, "non potrebbe starsene seduta a guardare", ha concluso il ministro. Come riporta la Reuters, le autorità taiwanesi si stanno attrezzando per far fronte a un eventuale blocco. Ma se l’isola dispone di sufficienti scorte alimentari il punto debole - ha detto Koo – sta nel gas naturale liquefatto (Gnl). Secondo il funzionario del ministero dell'economia Hu Wen-chung Taiwan dispone al momento di “otto giorni di scorte” e sta pianificando di estenderle “a 14 giorni entro il 2027”.
A Kazan la scena è stata tutta del presidente cinese. Xi è tornato a parlare di Ucraina. E davanti al padrone di casa Vladimir Putin ha ribadito i punti fermi della sua retorica: "No all'escalation dei combattimenti. La crisi ucraina si trascina - ha affermato Xi - Dobbiamo seguire tre principi, “niente allargamento del campo di battaglia, niente escalation dei combattimenti e niente benzina sul fuoco”, in modo da calmare la situazione il prima possibile". La Cina, che vede nei Brics “un pilastro nella promozione di un mondo multipolare e nella promozione di una globalizzazione economica inclusiva” – è tornata a chiedere “la riforma dell'architettura finanziaria internazionale. Xi ha sollecitato "l'approfondimento della cooperazione finanziaria ed economica" e la "promozione della connettività delle infrastrutture finanziarie".
Infine il faccia a faccia con il premier indiano Modi. Possono i due giganti asiatici convivere nell’architettura dei Brics? Non sono le strategie dei due Paesi difficilmente componibili? Una cosa però accomuna Pechino e New Dehli: insieme acquistano circa il 90% del petrolio russo, garantendo il maggiore guadagno di valuta estera a Mosca. Nel corso del bilaterale tra Xi e Modi, i due leader hanno rinnovato l’impegno a risolvere le annose dispute territoriale, rilanciano la collaborazione e la comunicazione.