Dopo le razzie dei mongoli nel 13° secolo, adesso è il turno dei jihadisti dello Stato islamico (Is o Isis) a cancellare parte della memoria storica dell'Iraq. In particolare di Mosul, per secoli uno dei più importanti crocevia tra Oriente e Occidente.
Da quando nel giugno scorso l'Isis ha conquistato la seconda
città dell'Iraq, ha distrutto migliaia di libri, anche antichi,
delle più importanti biblioteche pubbliche e private della
città, secondo quanto riferito da diversi testimoni interpellati
in maniera anonima dall'Associated Press.
"Sono libri che incitano all'infedeltà e invocano la
disobbedienza a Dio. Per questo li bruciamo", ha affermato un
militante dell'Isis a uno degli abitanti che vive vicino alla
sede della biblioteca nazionale.
Secondo le testimonianze, il saccheggio è avvenuto
all'inizio di gennaio: i jihadisti hanno forzato le serrature e
hanno portato via, caricandoli su camion diretti verso località
sconosciute, migliaia di testi di vario tipo e raccolte di
quotidiani d'epoca.
Da Mosul, che l'Isis ha eletto come sua capitale, si era già
avuta notizia della distruzione di un tratto delle antichissime
mura di Ninive, risalenti al primo millennio a.C. e inserite
nella lista del patrimonio dell'Unesco. Nei mesi passati, i
media dello Stato islamico e altre fonti delle regioni
controllate dall'Isis hanno mostrato la distruzione di decine di
siti storici e archeologici, come tombe di venerati imam,
moschee, santuari di profeti venerati dall'Islam, dall'ebraismo
e dal cristianesimo.
Come Baghdad, Aleppo, Damasco e altre città chiave della
storia mediorientale, anche Mosul è stata per secoli segnata da
una estrema ricchezza culturale e politica. Un patrimonio che
nei secoli si è accumulato soprattutto nelle sue biblioteche.
Nel periodo immediatamente successivo alla caduta del
regime di Saddam Hussein nel 2003 a seguito dell'invasione
anglo-americana, gli abitanti del rione vicino alla Biblioteca
nazionale avevano nascosto i manoscritti più antichi per
proteggerli. Oggi, l'Isis punisce con la morte chiunque compia
quello che è considerato un crimine.
Si presume che dalla Biblioteca nazionale di Mosul siano
andati perduti per sempre la collezione dei giornali d'epoca
iracheni, mappe e volumi risalenti all'epoca ottomana. L'Isis ha
anche saccheggiato la biblioteca dell'università cittadina,
dando fuoco ai libri nella piazza centrale del campus di fronte
agli studenti.
Testimoni che hanno assistito a questi saccheggi affermano
che i jihadisti hanno caricato i libri di notte in
camion-frigorifero con targhe siriane. È attualmente
impossibile conoscere il destino di queste collezioni di volumi.
Come già accaduto per manufatti antichi, i libri potrebbero
esser stati venduti sul mercato nero.
Un professore di storia dell'Università di Mosul, parlando
all'Ap in forma anonima, ha affermato che l'Isis è intenzionato
a "cambiare il volto di questa città… cancellando i suoi edifici
simbolo e la sua storia". Quando i mongoli saccheggiarono
Baghdad nel 1258 gettarono i libri nel Tigri tanto che si
racconta che il fiume si tinse di nero a causa dell'inchiostro.
"La differenza - afferma il deputato iracheno Hakim Zamili - è
che i mongoli gettavano i libri nel fiume. L'Isis li dà alle
fiamme".