lunedì 22 luglio 2024
L'incontro del segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, con il premier Denys Shmyhal. Il grazie del governo di Kiev per il sostegno umanitario. In agenda anche il piano di pace di Zelensky
Il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e il premiere ucraino Denys Shmyhal durante l'incontro a Kiev

Il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e il premiere ucraino Denys Shmyhal durante l'incontro a Kiev - Governo ucraino

COMMENTA E CONDIVIDI

Il tema della «pace giusta» al centro del primo incontro “politico” del cardinale Pietro Parolin in Ucraina. E' il primo di una serie di appuntamenti diplomatici del segretario di Stato vaticano che da venerdì a domani martedì è nel Paese sotto le bombe per il suo primo viaggio dall'inizio del conflitto. Questa mattina il porporato ha incontrato a Kiev il primo ministro ucraino Denys Shmyhal. Un incontro proficuo, secondo entrambe le parti. E raccontato in una nota dal governo ucraino. «La sua visita in Ucraina e le sue visite alle città ucraine durante la guerra scatenata dalla Russia – ha detto il premier al cardinale – sono la prova dell’alto livello di attenzione al nostro Paese. Apprezziamo molto l’invio di aiuti umanitari e la partecipazione attiva della Santa Sede nel processo di rimpatrio dei bambini ucraini deportati e dei prigionieri di guerra». Del resto il Papa continua a inviare carichi di generi di prima necessità, come sta facendo non solo dall'inizio dell'invasione russa su vasta scala ma dal 2016 con l'operazione "Il Papa per l'Ucraina" legata agli scontri in Donbass scoppiati nel 2014.

L'incontro a Kiev fra il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e il premiere ucraino Denys Shmyhal

L'incontro a Kiev fra il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e il premiere ucraino Denys Shmyhal - Governo ucraino

Nel colloquio si è discusso di «sicurezza alimentare», anche dopo la visita di Parolin al porto di Odessa, sabato scorso, “corridoio del grano” per 400 milioni di persone nel mondo. E poi dei due temi al centro dell’agenda della diplomazia umanitaria su cui è impegnata la Santa Sede: il «ritorno dei prigionieri di guerra e dei bambini ucraini», ricorda la nota governativa. In questo contesto «il primo ministro ha ringraziato la Santa Sede per aver partecipato al primo summit della pace e per aver sostenuto le sue decisioni».

Il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e il premiere ucraino Denys Shmyhal durante l'incontro a Kiev

Il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e il premiere ucraino Denys Shmyhal durante l'incontro a Kiev - Governo ucraino

Il riferimento è alla presenza dello stesso Parolin con una delegazione vaticana al vertice in Svizzera del giugno scorso sul Piano di pace in dieci punti del presidente Zelensky. Appuntamento dove la Santa Sede ha rivolto la sua attenzione soprattutto al quarto punto: quello umanitario sulla liberazione di prigionieri e deportati, fra cui i ragazzi “rubati”. Due questioni in cui il contributo della Chiesa, con il Papa in prima persona, la segreteria di Stato, la rete delle nunziature e la missione di pace del cardinale Matteo Zuppi, è stato fondamentale come canale “affidabile” fra Ucraina e Russia. E due questioni che, come ha detto Parolin in questi giorni in Ucraina, vogliono aiutare ad aprire spiragli di dialogo fra le due capitali in un conflitto dove una soluzione non è neppure oggetto di discussione.

L'incontro a Kiev fra il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e il premiere ucraino Denys Shmyhal

L'incontro a Kiev fra il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e il premiere ucraino Denys Shmyhal - Governo ucraino

All'incontro erano presenti anche il nunzio apostolico, l’arcivescovo Visvaldal Kulbokas, l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, e monsignor Paul Butnaru, officiale della Sezione per i rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali della segreteria di Stato. «Denys Shmyhal ha anche espresso gratitudine per l'assistenza dei bambini ucraini che sono diventati vittime della guerra di aggressione russa», prosegue la nota. Implicito il richiamo alle centinaia di piccoli trasferiti in Italia e curati al policlinico Gemelli. In quest’ottica il primo ministro ha espresso «la speranza per la partecipazione della Santa Sede nel ripristino dell'infrastruttura medica in Ucraina», altra emergenza del Paese. Come dimostrano gli attacchi agli ospedali di Kiev di due settimane fa, fra cui quello al principale polo pediatrico dell’Ucraina colpito da un missile.


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: