Il 12 gennaio 2010 il terremoto sconvolse Haiti
con oltre 220 mila vittime e 300 mila feriti. In un rapporto,
Caritas illustra i 146 i programmi di sviluppo che, grazie ai
fondi raccolti, sono stati realizzati in accordo con la rete
internazionale e la Caritas haitiana. Molteplici gli ambiti di
intervento: assistenza sfollati, sostegno istruzione, progetti in
area idrico-sanitaria, socio-economica e di sviluppo agricolo.
Attualmente, denuncia l'Avsi, sono 170mila gli sfollati (almeno 60mila i bambini, secondo Save the Children), 600mila gli haitiani che vivono in condizioni di insicurezza alimentare e si registrano più di 50mila nuove infezioni di colera ogni anno. Il tutto in un contesto di forte decrescita economica.
L'attività di Caritas italiana ad Haiti si è radicalmente
modificata a seguito del terremoto. Si è passati così da un
impegno di analisi e attenzione al contesto sociale con il
conseguente avvio di progetti e microprogetti, ad una fase di
pronto intervento per fronteggiare l'enorme crisi umanitaria a
seguito del disastro.
Attraverso la presenza di operatori espatriati, la Caritas
italiana si è posta fin dai primi giorni accanto alla Caritas
locale e alla società civile. In un contesto sociale disgregato
e con istituzioni locali poco presenti, la Caritas italiana ha
coordinato il proprio lavoro con gli organismi internazionali
intervenuti nella penisola caraibica (Caritas Internationalis,
l'Organizzazione delle Nazioni Unite e con il network delle
associazioni). Nello specifico, l'intervento di Caritas italiana
si è orientato nel primo anno successivo al sisma su tre linee
direttrici: la partecipazione agli interventi della rete Caritas
attraverso progetti di emergenza condivisi; l'accompagnamento di
Caritas Haiti, con un affiancamento diretto nel lavoro di
rafforzamento istituzionale e dell'organizzazione, nel
potenziamento della rete delle 10 Caritas diocesane del paese e
nella partecipazione alla pianificazione e implementazione del
"Programma nazionale di economia solidale"; il finanziamento di
progetti e l'accompagnamento di altri partner, affiancando
diverse congregazioni religiose e alcune organizzazioni di base
nella identificazione dei bisogni, nella ideazione dei progetti e
nelle conseguenti fasi di monitoraggio e accompagnamento degli
stessi in un'ottica di rafforzamento delle capacità
istituzionali dei partner.
La strategia attuale di Caritas italiana in Haiti, quindi dopo il
primo anno, si delinea secondo queste cinque linee prioritarie:
sostegno agli organismi della chiesa locale, sostegno allo
sviluppo socio-economico, per promuovere una progressiva
autonomia delle comunità coinvolte nei progetti. Rafforzamento
della struttura organizzativa dei partner locali, per migliorarne
le capacità proprie di pianificazione e di gestione. Sostegno
all'educazione e attenzione continua alle urgenze.
Caritas Italiana proseguirà la sua azione ad Haiti seguendo le
linee d'azione sopra indicate, rafforzando l'accompagnamento con
la Caritas nazionale haitiana e con le Caritas diocesane locali.
Haiti è al 145° posto su 169 paesi presi in considerazione
dal "Rapporto sullo sviluppo umano del 2010". È considerato un
paese a basso sviluppo umano, il più basso delle Americhe.