La giornalista Hodan Naleyah (dal suo profilo Facebook)
Hodan Naleyah era appena rientrata dal Canada, dov’era cresciuta, nella sua Mogadiscio, decisa a raccontarne l’altro volto. Quello che resiste alla violenza e all’instabilità cronica di una nazione da troppo tempo ferita. Quello che prova faticosamente a costruire in mezzo alle macerie di un’interminabile guerra civile.
Con quest’obiettivo aveva contribuito a fondare “Integration Tv”, la prima emittente online somala in lingua inglese nata per “mettere in collegamento le comunità somale e condividere storie stimolanti che migliorino la società”. Prima di buttarsi a capofitto nel progetto, però, Hodan aveva deciso di prendersi una breve vacanza a Chisimaio, nel sud del Paese.
Là, però, si è trovata coinvolta nell’ennesimo attacco di al-Shabaab. Venerdì, un commando di cinque miliziani ha preso d’assalto l’hotel dove alloggiava la giornalista, Asasey, e là è stata uccisa insieme al marito, Farid Jama Suleiman. Con loro sono state massacrate almeno altre 26 persone, 56 sono rimaste ferite. Tra le vittime si contano anche tre cittadini del Kenya, tre della Tanzania, due americani, un canadese, un cinese e un inglese. Anche gli attentatori sono stati uccisi dalle forze dell’ordine.