La carlinga distrutta dell'aereo precipitato in Kazakistan - Ansa
È avvolto nel mistero lo schianto dell’aereo azero in cui, mercoledì, hanno perso la vita 38 persone. A buttarlo giù, questa è la domanda ancora senza risposta, è stato uno stormo di uccelli o, come molti sospettano, la contraerea russa che lo ha scambiato per un drone ucraino?
I fatti, per cominciare. Il volo Embraer-190, gestito dalla compagnia Azerbajian Airlines, era in viaggio dalla capitale Baku verso Grozny, in Cecenia, quando a un certo punto ha cambiato rotta. All’altezza di Aktau, in Kazakistan, ha tentato un atterraggio di emergenza che però non è riuscito. Il velivolo è precipitato. Dei 62 passeggeri e i cinque membri dell’equipaggio ne sono sopravvissuti 29.
Che cosa è successo? Il sito Flightradar24.com ha tracciato significative variazioni di altitudine del velivolo dichiarati agli inizi compatibili con il maltempo, con problemi al sistema di controllo dell’altezza dal suolo o con l’impatto con uno stormo di uccelli. Ma non sono queste le uniche ipotesi. L’analisi delle immagini dei rottami dell’aereo ha portato diversi esperti a segnalare che i “punti di rottura” delle lamiere, prevalentemente fori, erano riconducibili a un’esplosione o a proiettili di artiglieria. L’aviatore kazaco Serik Mukhtybayev lo ha dichiarato senza mezzi termini al sito di notizie Orda: è «quasi impossibile» che a causare l’incidente sia stato l’impatto con uno stormo di uccelli.
Si è trattato, dunque, di un abbattimento? Questa è l’idea rilanciata sin dagli inizi dal canale Telegram Fighterbomber. Circostanza avvalorata dal fatto che l’aereo sorvolava un’area dove nelle scorse settimane erano stati avvistati droni lanciati dall’Ucraina verso la Russia. Mosca, questa è in sintesi l’ipotesi, potrebbe aver attaccato il velivolo con la contraerea avendolo scambiato per un drone nemico. Questa ricostruzione è stata avvalorata non solo da funzionari della sicurezza nazionale ucraina ma anche dall’intelligence statunitense oltre che da quattro fonti azere interpellate dall’agenzia stampa Reuters. I siti di tracciamento delle rotte aeree, ancora, hanno rilevato nei confronti del velivolo «forti interferenze Gps» assimilabili ai segnali inviati per disturbare le traiettorie di droni e missili nei Paesi in guerra allontanandoli dagli obiettivi. Anche la Cecenia, riferiscono alcuni rapporti, è stata oggetto di tali interferenze poco prima dello schianto. È ceceno, tra l’altro, un funzionario della sicurezza locale, Khamzat Kadyrov, nipote del leader filorusso Ramzan Kadyrov, che in un post su Instagram pubblicato dopo lo schianto ha commentato: «Tutti i droni sono stati abbattuti con successo».
Le autorità kazache hanno annunciato l’apertura di un’inchiesta in collaborazione con la società produttrice del velivolo, la brasiliana Embraer, sforzandosi di contenere le speculazioni sulle responsabilità della Russia. La versione rilanciata, ieri, dal ministro dei Trasporti kazako, Marat Karabayev, è che l’aereo è precipitato per l’«esplosione di una bombola di ossigeno» installata nella cabina passeggeri. Prudenzialmente, la compagnia aerea israeliana El Al ha sospeso le sue operazioni sulla rotta Tel Aviv-Mosca per la prossima settimana.
Il Cremlino ha fatto sapere per mezzo del portavoce Dmitrij Peskov che è sbagliato arrivare a conclusioni affrettate prima della fine delle indagini. A fare chiarezza sull’accaduto sarà, si spera, il riscontro delle due scatole nere trovate ieri tra i rottami. Intanto, è stato arrestato il blogger kazaco, Azamat Sarsenbaev, che per prima ha diffuso le immagini dal luogo della tragedia catturate dal suo drone. L’uomo rimarrà in custodia per 10 giorni perché, questa è l’accusa, ha interferito con le indagini e con le operazioni di soccorso.
Anche la Nato ha chiesto «un’indagine completa» sull’accaduto. Il ministero kazaco alla gestione delle emergenze ha fatto sapere di essere al lavoro per identificare i corpi delle vittime. Tra i sopravvissuti, 11 persone rimangono in terapia intensiva. Nove di quelli scampati al disastro sono cittadini russi, tra questi c’è pure un bambino, imbarcati su un volo speciale diretto a Mosca.