Un bambino ferito nella macerie della sua casa distrutta da un raid di Israele - REUTERS
Due passi indietro. Uno avanti verso la tanto sospirata tregua nella martoriata Striscia di Gaza. Secondo il Wall Street Journal, Hamas avrebbe ceduto sulle due richieste chiave poste da Israele per arrivare, in breve tempo, a un accordo di cessate il fuoco. Secondo il quotidiano statunitense, il gruppo armato, per la prima volta, si è detto disposto ad accettare “temporaneamente” la presenza delle forze israeliane a Gaza, anche dopo l'entrata in vigore di un accordo. Secondo i negoziatori, la fazione armata palestinese accetterebbe, in particolare, che le forze israeliane rimangano nel corridoio di Filadelfia, una piccola striscia di terra lungo il confine di Gaza con l'Egitto, e il corridoio di Netzarim, che divide l'enclave. Ma non basta. Hamas – anche in questo caso per la prima volta – avrebbe inviato ai mediatori un elenco di ostaggi, tra cui alcuni con cittadinanza statunitense, da rilasciare in una possibile prima fase di un accordo. Il rilascio potrebbe interessare, in una prima fase, 30 persone.
Ancora raid di Israele su Gaza - REUTERS
Siamo davanti, dunque, a un’accelerazione decisa e concreta verso uno stop alle operazioni militari, una sospensione di 60 giorni, in cambio della liberazione da parte di Israele di detenuti palestinesi e dell'ingresso di maggiori aiuti umanitari a Gaza. A confermare la possibilità dell’intesa, il fitto susseguirsi di incontri delle ultime ore. Secondo il sito Axios, il direttore del Mossad, David Barnea ha incontrato a Doha Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, primo ministro del Qatar. Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan è poi sbarcato in Israele per la prima tappa di un tour in Medio Oriente che dovrebbe includere tappe in Qatar ed Egitto. Secondo le fonti citate da Axios, Sullivan punterebbe ad arrivare a un accordo «entro pochi giorni e iniziare a implementarlo il prima possibile». Da parte sua, la Jihad islamica palestinese, che detiene anche ostaggi israeliani nella Striscia di Gaza, ha annunciato che una delegazione guidata dal suo leader Ziyad al-Nakhalah è stata invitata al Cairo per discutere del potenziale accordo.
Sul terreno, però, si continua a morire. Come riporta la Reuters, ieri i raid israeliani hanno ucciso 13 palestinesi in due attacchi che, secondo i medici di Gaza e Hamas, facevano parte di una forza di protezione dei camion di aiuti umanitari. Per l'esercito israeliano si trattava, invece, di miliziani di Hamas che «cercavano di dirottare la spedizione». Secondo il gruppo islamista, gli attacchi israeliani sono costati la vita a 700 poliziotti incaricati di proteggere i camion degli aiuti a Gaza dall’inizio della guerra, il 7 ottobre 2023. Almeno 20 morti per un altro raid a Nuseirat. Per Hamas, Israele vuole «creare anarchia e caos per impedire che gli aiuti raggiungessero la popolazione di Gaza». Il bilancio è di almeno 36 persone uccise.
È morto a 12 anni il ragazzino israeliano colpito, il giorno prima, da colpi di arma da fuoco che hanno raggiunto il mezzo che transitava a un incrocio vicino alla città di al-Khader in Cisgiordania. La vittima si chiamava Yehoshua Aharon Tuvia Simha. Il palestinese che ha aperto il fuoco si è consegnato.